Il presidente della Camera ha ricevuto al Quirinale il mandato esplorativo: "Al lavoro partendo dai temi". Il capo dello Stato: "Ho atteso altri giorni, ma nessuna novità da Cinquestelle e Lega". E ha anche ricordato che è saltata l'ipotesi di un accordo a due tra grillini e leghisti. Salvini: "E' una presa in giro". Martedì pomeriggio gli incontri con le delegazioni dem e 5 Stelle
Tocca a Roberto Fico provare a sbloccare il meccanismo. Non sono serviti due giri di consultazioni con il presidente della Repubblica, non è stato sufficiente il mandato esplorativo alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ora il capo dello Stato Sergio Mattarella affida al presidente della Camera il compito – sulla carta proibitivo – di verificare l’esistenza di una possibile intesa tra M5s e Pd per costituire un governo. Un incarico speculare a quello della Casellati, ma rivolto dalla parte opposta dell’arco parlamentare. Fico avrà tempo entro giovedì, come ha specificato il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti. Il Quirinale vuole fare presto, il tempo è scaduto come si dice da giorni. “A distanza di quasi due mesi dalle elezioni del 4 marzo va sottolineato il dovere di dare al più presto un governo all’Italia” ha detto Mattarella a Fico secondo quello che apprende l’Ansa.
Il lavoro di Fico, che ha parlato subito dopo l’incontro con Mattarella, partirà da subito. Martedì pomeriggio il presidente della Camera incontrerà le delegazioni di Pd e M5s. “Secondo me il punto fondamentale è partire dai temi per l’interesse del Paese e dal programma per l’interesse del Paese” ha detto subito dopo l’incontro con Mattarella, delineando una strategia che aderirebbe alla linea sia dei Cinquestelle sia dei democratici. Luigi Di Maio ci sta e lo scrive subito: “Con Salvini c’ho provato, ma la Lega non ha voluto”. La risposta del Pd per il momento è un po’ bipolare: da una parte il reggente Maurizio Martina dice che se “sono finite le ambiguità, può partire il dialogo”; dall’altra il presidente Matteo Orfini secondo cui “eravamo, siamo e resteremo alternativi”. Matteo Salvini invece replica – “non arrabbiato, ma deluso” – che se governerà il Pd è “una presa in giro“: “Se qualcuno prova a fare una cosa del genere ci troviamo a fare una passeggiata a Roma” perché “gli italiani non si meritano questo” e con un governo Pd-M5s “sarà il disastro fiscale“.
L’accelerazione di Mattarella
Da una parte, dunque, arriva la conferma che il capo dello Stato vuole accelerare soprattutto per l’urgenza di avere un governo nel pieno delle sue funzioni il prima possibile, poi per il rispetto dei cittadini-elettori che hanno votato ormai 50 giorni fa e soprattutto per far scoprire le carte, le contraddizioni, le proposte e i limiti dei partiti, soprattutto a quelli che sostengono di aver vinto le elezioni politiche e ora magari giubilano anche per il successo in Molise. “Ho atteso altri tre giorni per registrare eventuali novità pubbliche, esplicite e significative nel confronto tra i partiti. Queste novità non sono emerse” ha detto tra l’altro Mattarella.
Liti e disordine, l’esclusione del centrodestra
Dall’altra parte per il centrodestra il tempo sembra già scaduto, almeno per il momento: in questa fase il dialogo sarà solo tra M5s e Pd e lo ha deciso direttamente il Colle, mettendo da una parte (per ora) uno dei due schieramenti “vincitori“. Ma evidentemente ha pesato anche la serie di liti, quasi quotidiane, tra Berlusconi e Salvini, divisioni che il segretario della Lega ha cercato di nascondere e far terminare, invano. L’esempio più chiaro proprio venerdì scorso quando nel giorno del fallimento delle trattative coordinate dalla Casellati da una parte Salvini continuava a mandare segnali a Di Maio mentre Berlusconi diceva che i Cinquestelle non li avrebbe assunti neanche “per pulire i cessi”. Il capo dello Stato ha ricordato anche che nel corso dell’esplorazione della presidente Casellati il M5s aveva proposto un accordo con la sola Lega. E anche questa ipotesi ha avuto esito negativo. Il mancato strappo di Salvini dal resto del centrodestra (con conseguente veto del M5s a Forza Italia) ha convinto Mattarella a cambiare scenario.
Il peso del mandato anche sul M5s
Il segno che Mattarella non vuole perdere più tempo è che ha ignorato gli ultimi tentativi di Salvini di far vedere che c’erano altre possibilità, fino a dirsi disponibile personalmente, facendo “tre passi avanti“. Tanto è vero che nelle ultime ore l’ipotesi più accreditata era quella che Fico potessere ricevere un mandato “ampio” e non “a progetto”, cioè per avvicinare le posizioni del M5s, primo partito in Parlamento, con tutti gli altri schieramenti, compresi i partiti del centrosinistra. E invece no. Vuol dire che il presidente della Repubblica vuole mettere tutte le forze politiche davanti alle proprie responsabilità. Compreso il M5s: così come a questo giro sarà escluso dal quadro delle possibili alleanze il centrodestra, potrebbe essere l’ultima chance per i Cinquestelle per far vedere la volontà e la disponibilità a formare davvero un governo e far valere la propria palma di primo partito italiano, che sottintende oneri oltre che onori.
Salvini: “Fico? E’ una presa in giro”
Salvini non la prende benissimo: il mandato a Fico “è una presa in giro”, dice. “Hanno perso in Italia, hanno perso in Molise, se ci date una mano straperderanno domenica in Friuli Venezia Giulia – scandisce il segretario della Lega – Io non voglio vedere Renzi, Serracchiani o la Boschi al governo per i prossimi cinque anni. Non è giusto, non è normale, non è rispettoso. Bisogna rispettare sempre le indicazioni del Presidente ecc. ecc. ma farò di tutto perché non accada questa presa in giro”.