“Non mi interessa nessun risarcimento, non voglio un centesimo. Le faccio una proposta: metta insieme un bell’assegno, magari qualche vitalizio, e lo consegni al fondo dell’FNSI per i giornalisti minacciati”. Così a Non è L’Arena (La7) Danilo Lupo, l’inviato schiaffeggiato da Mario Landolfi durante una sua intervista sui vitalizi, propone una ‘quietanza’ all’ex ministro per l’aggressione subita. E aggiunge: “Io sono un numero, cioè il 127, visto che lo scorso anno 126 cronisti sono stati intimiditi, minacciati, sottoposti a querele temerarie da mafiosi, politici corrotti, criminali, ‘ndranghetisti. E per questi giornalisti esiste un fondo messo a disposizione dall’FNSI che li assiste nelle controversie legali e in qualche caso copre le spese se c’è una condanna”. “Sono addirittura contento di poter risarcire e chiudere questa vicenda in questo modo”, commenta Landolfi. Lupo sottolinea: “Io sono stato in tanti posti, anche complicati, da Rosarno ai ghetti agricoli di Foggia. Ho intervistato caporali, mafiosi, ma non mi è mai successa una cosa del genere. Il fatto che uno intervisti mafiosi e riesca a portare in casa la pelle e poi faccia domande a un politico per poi prendere uno schiaffo la dice lunga sulla politica nel nostro Paese. Mia mamma e mio papà, comunque, mi hanno dato un’educazione tale per cui le mani non si alzano mai. Ci può essere anche il livello più alto di scontro dialettico, ma le mani si tengono in tasca”. Landolfi si difende affermando di non avere né tessere, né cariche politiche pubbliche ed esibendo il suo ultimo stipendio da giornalista (2.097 euro netti al mese). Lupo ribatte: “Io sono un giornalista precario, come moltissimi colleghi che lavorano per la televisione”
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