Aveva promesso di “forzare la mano” e l’ha fatto. La sindaca di Torino Chiara Appendino ha firmato l’atto che riconosce Niccolò Pietro, nato da procreazione assistita, come figlio di Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni. Oltre a lui, sono stati trascritti gli atti di altri due bambini di coppie omogenitoriali. Si tratta del primo caso in Italia: mai un Comune aveva riconosciuto pari diritti a un bimbo nato in Italia da coppia gay senza chiedere l’intervento di un Tribunale.
“Speriamo di aver generato, anche con il supporto del Coordinamento Torino Pride, l’avvio di un percorso che adegui l’attuale sistema normativo all’evolvere della società civile. Abbiamo contribuito a scrivere un pezzo di storia“, ha dichiarato Appendino. “È una di quelle giornate per cui vale davvero la pena ogni goccia di energia spesa per fare politica“. Entusiasta anche l’assessore comunale alla Famiglia Marco Giusta, che ha aggiunto: “L’atto di metter mano al registro delle nascite da parte della sindaca è stato un gesto di libertà e gioia. Finalmente ai loro figli è stato riconosciuto il diritto ad avere una famiglia”.
Il problema era stato posto quattro mesi fa dalla stessa Foglietta, che tra l’altro ricopre la carica di consigliere comunale del Pd a Torino. Una battaglia per cui la sindaca inizialmente sembrava non voler intervenire. Ma poi è arrivata la svolta. Il 20 aprile Appendino ha annunciato che il comune di Torino è pronto per “dare pieno riconoscimento alle famiglie di mamme e di papà con le loro bambine e i loro bambini”, nonostante gli “ostacoli burocratici” imposti dall’attuale legislazione.
“Questo è il primo bambino nato in Italia da due mamme a poter risultare fin dalla nascita come figlio di due madri. Dobbiamo ringraziare la sindaca Appendino e tutti quelli che in questi anni hanno combattuto per il riconoscimento di diritti che dovrebbero valere per tutti”, ha commentato Chiara Foglietta. Insieme a lei e alla compagna Ghisleni, bioeticista, all’anagrafe erano presenti altre due coppie, due papà e due mamme, per le quali è stato trascritto l’atto di nascita dei loro figli nati all’estero.