La madre del concorrente del talent condotto da Maria De Filippi ha scritto una lettera aperta alla ballerina, membro della commissione esterna del programma
“Tu ti rendi conto che in questa gara di canto stai barando, stai imbrogliando, tu non canti, stai ammettendo di non saper cantare usando una macchinetta che ti rende intonato“: a parlare così è Heather Parisi che, durante l’ultima puntata di Amici, ha parlato con estrema schiettezza a Biondo, concorrente del talent di Maria De Filippi. La ballerina, membro della commissione esterna del programma (che da questa edizione ha introdotto la possibilità di usare l’autotune), ha poi aggiunto un’osservazione su un suo video pubblicato su Instagram insieme alla figlia, nel quale la ragazzina ammette di non amare particolarmente il concorrente di Amici, Biondo: “Tu mi hai anche chiamata hater, hater vuol dire odiare/odiosa. Tu hai una responsabilità con tutti i ragazzini in Italia. Io voglio libertà di parole, mia figlia è stata minacciata di essere picchiata a sangue dai tuoi fan, perché lei ha espresso a me che non gli piacevi perché non sai cantare”.
Insomma, Heather non le manda certo a dire. E oggi è arrivata la reazione della mamma di Biondo in una lettera aperta riportata dall’Ansa: “Innanzi tutto le esprimo piena solidarietà riguardo la disgustosa aggressione verbale ricevuta da sua figlia. Sono rimasta, però, basita quando ho assistito al linciaggio mediatico a cui lei ha sottoposto mio figlio Simone, in arte Biondo, durante la trasmissione di Amici 17 di sabato 21 aprile. Sì, sono rimasta sconcertata quando ho visto che ha adottato con mio figlio lo stesso metodo cruento da lei stigmatizzato quando a subirlo è stata sua figlia. L’aspetto più deplorevole nel suo comportamento è che lei abbia approfittato della posizione privilegiata di donna di spettacolo, nonché giudice della trasmissione, per esercitare in modo crudele e immotivato quell’attacco ad un ragazzo di 19 anni. Benché lei non abbia dimostrato che l’aggressione nei confronti di sua figlia abbia avuto in Simone l’esecutore materiale o il mandante morale, lo ha rimproverato aspramente come se ne fosse responsabile, senza consentirgli una replica. Associando così, di fatto, l’immagine di mio figlio ad un reato di cyberbullismo. Attenzione, non si parla di gossip, stonature, uso di Autotune, o altro, ma di reato. E la cosa è molto grave. Mi aspetto che prevalga in lei il sentimento di madre che la porti ad attuare un concreto gesto di riconciliazione nei confronti di Simone, con il quale tengo a ricordarle io non ho possibilità di contatti da quasi un mese”.