Aveva iniziato la giornata con un Tweet che invocava “una giornata di riflessione senza polemiche” per festeggiare il 25 aprile. E’ finita che, durante le celebrazioni davanti a Palazzo Vecchio, si è messo a provocare i passanti chiedendo: “Vi piacerebbe un governo del Pd con i 5 stelle?”. L’ex segretario e leader Pd Matteo Renzi, come racconta l’agenzia Ansa, passeggiando con la bicicletta a mano tra Palazzo Vecchio e piazza della Signoria a Firenze ha deciso di rivolgere direttamente ai concittadini l’opinione sul futuro del Partito democratico. E, raccontano, c’è chi ha risposto in favore dell’autonomia del Pd. E chi invece gli ha semplicemente sorriso incredulo. Lui ha deciso di non dare nessuna opinione in proposito.
L’ex segretario è accusato da più parti di essere il vero regista delle opposizioni dentro il Pd al tavolo con i 5 stelle. La lotta interna al partito è sempre più aspra e la resa dei conti finale sarà in direzione. Renzi il giorno dopo il voto del 4 marzo aveva annunciato le sue dimissioni da segretario, ma nei fatti poco è cambiato. Continua a controllare parte dei parlamentari e il segretario reggente Maurizio Martina ha poca autonomia di movimento. Anche oggi, dopo che il tavolo Pd-M5s è in qualche modo stato aperto, sono in tanti a rivolgergli appelli perché “dia un contributo”, come ha detto Piero Fassino. O perché si abbandoni la semplificazione degli hashtag, stando alle parole dello stesso Martina.
#25aprile. Che sia giornata di riflessione, di memoria e di festa. Senza polemiche. Viva la libertà, viva la Liberazione. La festeggio in piazza nella mia #Firenze pic.twitter.com/m7XQx3oR1k
— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 25, 2018
Renzi nel corso della celebrazioni della mattinata si è intrattenuto a lungo con il partigiano ultranovantenne Silvano Sarti, già presidente dell’Anpi locale, e con dirigenti locali del Pd, poi ha assistito a quasi tutta la cerimonia pubblica davanti all’arengario in piazza della Signoria. Alla stessa cerimonia ha presenziato anche il ministro dello Sport Luca Lotti, un altro dei fedelissimi dell’ex segretario.