Via libera dell'esecutivo alla formalizzazione dello slittamento della scadenza a dicembre. Lufhtansa ribadisce l'interesse ma solo se la compagnia venga prima ristrutturata
“Con la Ue abbiamo sempre avuto una interlocuzione, peraltro anche quando abbiamo fissato il tasso di interesse del prestito ponte, e continuiamo a gestire, come sempre abbiamo fatto, in coordinamento con la Commissione e in particolare con la commissaria Vestager“. Così il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha cercato di gettare acqua sul fuoco dell’indagine di Bruxelles sulla legittimità del denaro pubblico – quasi 1 miliardo – che il governo italiano ha versato alla compagnia in attesa del suo passaggio di mano. Che pure si allontana sempre di più. Il consiglio dei ministri di giovedì 26 aprile, com’era nelle attese, ha infatti formalizzato il decreto per prorogare sia i tempi di vendita di Alitalia (a fine ottobre) che quelli di restituzione del prestito (al 15 dicembre). E questo nonostante la durata del prestito sia uno dei nodi all’attenzione di Bruxelles visto che siamo ben oltre la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio.
“Siamo in continuo contatto con le autorità italiane” sul caso Alitalia, a cui “abbiamo appena mandato la lettera con le nostre osservazioni” mentre “nel frattempo continuiamo la nostra indagine”, ha fatto sapere la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager tramite il suo portavoce. Quanto all’ipotesi di un passaggio da aiuti per il salvataggio della compagnia come il prestito ponte ad aiuti per la ristrutturazione dell’azienda, il portavoce ha ricordato che “bisogna valutare sempre caso per caso”. In linea di principio, ha ricordato, uno Stato può dare aiuti massimo di sei mesi per il salvataggio e poi presentare aiuti per la ristrutturazione di un’azienda e, se in linea con le regole Ue, ricevere l’approvazione da parte di Bruxelles, ma dipende da ogni specifica situazione e dai singoli casi.
“Il decreto di proroga è la conseguenza della fase politica. Sono arrivate tre offerte – ha detto poi Calenda – E’ chiaro che adesso bisogna entrare in una fase di negoziazione più stretta. Questo presuppone il fatto che ci sia un governo che ha la possibilità di esprimere in maniera legittima il proprio orientamento. Aggiungo che questa non è solo una decisione del governo ma il riflesso di quello che gli investitori richiedono perché dal momento della vendita al trasferimento dell’asset ci vorrebbero sei mesi”. Parlando della situazione della compagnia, poi, Calenda ha sostenuto che “i commissari hanno operato bene. Il prestito ponte è sostanzialmente intatto”. Il ministro ricorda poi che 100 dei 900 milioni di prestito sono di garanzia alla Iata. “La situazione di Alitalia – ha aggiunto – è comunque fragile nel lungo periodo, per ridurre le perdite occorre acquistare nuovi aerei e serve poi l’accordo con i sindacati nella fase di trasferimento”.
A proposito dell’ultimo punto, sempre giovedì 26 l’Unione Sindacale di Base ha deciso di non sottoscrivere al ministero del Lavoro l’accordo di proroga della cigs per Alitalia. “Sono state confermate – riferisce la sigla sindacale in una nota – le riserve già espresse negli incontri previsti dalla procedura maggio – ottobre 2018, rispetto alle questioni sia tecniche sia di scenario. Nel merito, Usb ha contestato i numeri di personale posto in cigs, superiori a quelli della Summer 2017, circa 200 tra il personale di terra e decine per gli assistenti di volo”.
L’Usb intende così inviare “un segnale che va contro quanto dichiarato dall’azienda sull’andamento del business. Inoltre, non è stata condivisa la scelta d’inserire nell’accordo la questione legata al contratto di ricollocazione, sulla quale avevamo spiegato le nostre molte perplessità, perché orientato verso l’esterno del perimetro Alitalia piuttosto che verso la ricollocazione e riqualificazione interna, rimasta molto sulla carta rispetto gli impegni assunti a ottobre 2017″. Infine, “proprio perché i segnali provenienti da questa proroga della cigs appaiono in controtendenza rispetto alle recenti dichiarazioni dei ricavi positivi, l’Unione Sindacale di Base – prosegue la nota – chiede che sia sgombrato il campo sui contenuti del bando di vendita e per la restituzione del prestito ponte ma anche che si affrontino subito le complesse questioni legate al dossier Alitalia. Usb chiede ai Commissari di fare una vera e propria operazione trasparenza verso i propri dipendenti, perché sia fatta luce sulla situazione aziendale”.
Quanto ai compratori, delle tre offerte arrivate sul tavolo dei commissari, una è di Lufhtansa, che attraverso il direttore finanziario di Lufhtansa Ulrik Svensson ha ribadito: “Nella situazione in cui Alitalia sembra oggi per noi non c’è assolutamente alcun interesse. Abbiamo consegnato un concept paper, è importante sottolineare che non è un’offerta è un concept paper di un’Alitalia molto diversa che potrebbe apparire con costi inferiori e un numero inferiore di aerei e persone“. Il direttore finanziario della compagnia tedesca ha però precisato che “questo concetto dovrà essere valutato dalle autorità italiane, ma senza un governo penso che si impiegherà molto tempo a far capitare qualcosa da quel lato”.