Società

“Da viaggiatore seriale cambio vita e metto radici in Svezia: adesso finalmente mi sento realizzato”

Carlo Taglia, torinese classe '85, ha avuto problemi con droghe e alcool. Dipendenze che ha superato solo mettendosi in cammino. Negli ultimi anni ha attraversato Centroamerica, Asia e Africa senza prendere un aereo. Esperienze che sono diventate libri tra i più venduti su Amazon. Ma ora ha deciso di fermarsi per costruire la sua famiglia: "E' quello che voglio. Anche questo è un viaggio di vita"

Ha finito il suo quarto e ultimo viaggio e ora mette su famiglia in una piccola comunità autogestita in una foresta della contea di Gävleborg a 30 chilometri da Hudiskvall, in Svezia. Il tutto mentre nel frattempo due dei suoi libri continuano ad essere tra i primi 5 più venduti su Amazon. Così Carlo Taglia, uno dei viaggiatori più social degli ultimi anni con oltre 200 mila followers su Facebook mette lo zaino nell’armadio e cambia vita. “Non ho più la stessa sete di quando ha iniziato – racconta – ora sono appagato e realizzato, e mi sento pronto a qualcosa di diverso. Vorrei dedicarmi ad una famiglia”. Insomma è innamorato.

Torinese, classe 1985, Taglia è divenuto famoso per avere fatto il giro del mondo senza mai prendere l’aereo. Andava sulle sue gambe, in autobus, su mercantili ma viaggiava sempre “con i piedi per terra”. Era il 2011, e questa sua esperienza divenne Vagamondo, il libro più venduto dell’anno su Amazon e ancora oggi tra i più richiesti, anche all’estero. Da allora sono passati altri due viaggi, uno nel Centro America e l’altro in India, e altrettanti libri. Un successo dietro l’altro. E università, televisioni e case editrici lo rincorrono. Ma lui, fedele ai suoi ideali di libertà e autonomia rifiuta sempre, perché, spiega, “viaggiare per me è una terapia. Non cerco il successo”.

Ho capito che dovevo lasciare tutto e ritrovare me stesso. Per questo ho iniziato a viaggiare. E mi ha aiutato

Fin da giovane ha avuto problemi con le droghe e alcool. Dipendenze che ha superato solo mettendosi in cammino. “Ho capito – spiega – che dovevo lasciare tutto e ritrovare me stesso. Per questo ho iniziato a viaggiare. E mi ha aiutato. Ora scrivo libri anche per aiutare i molti ragazzi che sono in quel tunnel”. Il primo viaggio lo fa a soli vent’anni quando si trasferisce in Spagna per lavorare come pizzaiolo. Poi va in Pakistan e in Australia, finché sua mamma non si ammala e torna a Torino per assisterla. Si fidanza, trova un lavoro. Ma dopo la morte della madre capisce che quella vita gli va stretta. Riparte.

Era il 2011 e stava per iniziare il suo primo viaggio intorno al mondo. Da allora non si è più fermato. Finché non ha conosciuto Christina, giovane svedese di 28 anni che abita in una piccola comunità agricola. Qui Carlo ci è arrivato per caso, dando un passaggio ad un amico che gli propone di fermarsi lì una notte. Con Christina è subito colpo di fulmine. Decide di trasferirsi lì a vivere con lei, ma prima vuole portare a termine il suo ultimo progetto: attraversare l’Africa. “All’inizio – racconta – volevo partire da Cape Town e arrivare in Egitto. Ma poi il sogno si è allargato e ho deciso di concludere questa esperienza nel Nord dell’Europa“.

I momenti più duri del viaggio sono stati in Sudafrica. Qui i bianchi sono la minoranza e ho subito atti di razzismo

Così lo scorso 4 ottobre riparte: 36mila i chilometri da percorrere. “I momenti più duri del viaggio sono stati in Sudafrica. Qui i bianchi sono la minoranza e ho subito atti di razzismo. Una volta in una stazione del minibus mi hanno puntato una pistola in faccia”. In Etiopia invece si è avventurato nelle aree tribali “dove ho incontrato persone aggressive e subìto alcuni tentativi di rapina. Ma per fortuna me la sono cavata bene”. E caso vuole che sia arrivato in Zimbabwe proprio negli stessi giorni del colpo di Stato. “Avevo finito i soldi – continua – ma dovevo fare un nuovo visto e pagare le commissioni. Per fortuna un altro italiano mi ha aiutato e ho potuto lasciare il paese”. Insomma attraversare l’Africa non è stata una passeggiata, ma ce l’ha fatta.

Arrivato a Tel Aviv ha preso un mercantile che l’ha portato a Salerno. Di qui ha continuato il suo cammino, fermandosi qualche giorno a Torino per salutare la famiglia. Poi di nuovo autobus, autostop e un traghetto. Fino in alla Norvegia dove, dopo aver visto l’aurora boreale, ha concluso il suo percorso. Anche questo viaggio diventerà un libro: si intitolerà Vagamondo 3.0 e sarà il quarto della serie. “Uscirà a maggio – precisa – e sto già lavorando anche alla revisione della prima parte. Conto di finirlo presto”. Ora Carlo è con Cristina, in un villaggio senza nome in una foresta svedese nella contea di Gävleborg. “Mi sto riadattando alla realtà – conclude -. Il cambio vita sarà notevole, ma sono sereno e so che è quello che voglio. Anche questo è un viaggio di vita e solo il tempo dirà come è andata”.