I FANTASMI D’ISMAEL di Arnaud Desplechin. Con Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher. Francia 2017. Durata: 114’. Voto 2/5 (AMP)
“Non essere gelosa di un fantasma”. Facile a dirsi, tormentato a farsi se in gioco ci sono due donne per lo stesso uomo. E poco importa che Carlotta sia defunta da un ventennio mentre Sylvia sia viva e vegeta al fianco dell’ambito Ismael Vullard, già regista di inquiete ispirazioni. Egli vuole girare un film su un diplomatico dalle vaghe fattezze del fratello e tenta, affiancato dal suocero Bloom, di superare il lutto per Carlotta. Sorpresa sorprendente: la donna riappare dall’aldilà, proprio quando tutto sembrava prendere una forma di normalità. Opera ridondante, evanescente, lunghissima e confusa, il nuovo lungometraggio dell’adorato dai cinéphiles Desplechin risente del suo desiderio di tenere tutto dentro, mescolando coordinate spazio-temporali in un grande puzzle umano e artistico. Soggettività e oggettività si fondono nel ricordo immanente che – addirittura – rende visibili i fantasmi. Lo ha fatto anche, e molto meglio, il suo collega e connazionale Olivier Assayas in quel Personal Shopper dalle apparenze pop: ma quanto mistery, quanto coraggio, quanta ricchezza “significante” e significata era riuscito ad imprimervi. Desplechin invece abdica l’ambiguità per delegarla al dialogo, sua grande forza altrove, qui mal mescolato all’immaginifico. Certo, non mancano i numi tutelari ed anzi sono esplicitamente invocati (Bergman, Truffaut, Hitchcock ma meno..) ma i suoi personaggi (forse volutamente..) gravitano superficiali nel vento, nelle brezze marine francesi, inconsistenti ombre che non permangono nella memoria. Neppure dello spettatore. Stranissima apertura dell’orgoglio “fremauxiano” a Cannes 2017, fortunatamente fuori concorso.