Il cinque in condotta non va più di moda alla scuola secondaria di secondo grado. A prendere un voto inferiore alla sufficienza in comportamento con la conseguenza di essere bocciati sono solo lo 0,10% degli studenti delle superiori: 1.835 allievi su quasi due milioni iscritti dal primo al quarto anno. Se con il decreto 62/2017 il voto numerico in condotta è stato abolito alle medie, nei gradi superiori del sistema d’istruzione esiste ancora ed è spesso usato a seguito di una sospensione dai quindici giorni in su per chi ha compiuto degli atti gravi nei confronti degli insegnanti o dei compagni.
Una “punizione” che, secondo i dati ufficiali del ministero dell’Istruzione, non sembra essere più adoperata da anni: nell’anno scolastico 2013/2014 a beccarsi un cinque o un quattro in comportamento erano lo 0,15% dei ragazzi, quindi il dato registra persino un calo. Nonostante gli episodi di bullismo e violenza, complice la diffusione dei video sui social, guadagnino sempre più spazio sui mezzi di comunicazione.
Nella classifica regionale i professori che ricorrono maggiormente all’insufficienza sono in Campania – dove lo 0,3% dei ragazzi ha preso un voto in condotta sotto il sei – seguita da Puglia e Abruzzo (0,2%). Se guardiamo i “borderline”, quelli che se la cavano con un sei, nel corso del tempo la situazione è pure migliorata: quattro anni fa erano il 5,03% a cavarsela con la sufficienza, nell’anno scolastico 2014/2015 sono arrivati al 4,51%, nel 2015/2016 sono diminuiti ancora al 4,21 fino al 3,90% dello scorso anno. A indossare anche stavolta la “maglia nera” è la Campania con il 10,6% dei ragazzi a rischio; seguono la Puglia (6,1%), la Basilicata (5,9%), il Molise (5,6%) e l’Abruzzo (5,4%). La maglia rosa va, invece, al Veneto dove solo l’1,5% si è visto in pagella una sufficienza in condotta.
La maggior parte dei ragazzi (il 69,19%) nello scorso anno scolastico è riuscita a guadagnarsi un otto o un nove. E il 14,95% è persino arrivata al massimo dei voti decimali. Da notare che osservando l’andamento nel corso degli anni della distribuzione del voto in condotta aumentano in maniera decisiva solo i ragazzi che prendono dieci: nel 2013/2014 erano il 12,19%.
Guardando i dati generali sugli esiti degli scrutini relativi all’anno scolastico 2015/2016, diffusi in questi giorni dal ministero dell’Istruzione, diminuiscono sempre più anche i bocciati che sono passati dal 9,1% del 2013/2014 al 7,9% dell’annata presa in considerazione. Il primo anno di corso si conferma essere il più selettivo, con una percentuale di ammissione dell’86%. In seguito la quota dei promossi diviene gradualmente più alta, arrivando a circa 95 ammessi su 100 al termine del quarto anno.
Altro dato significativo: i licei registrano il maggior numero di ammessi alla classe successiva (94,7%), seguono gli istituti tecnici (88,4%) e gli istituti professionali (85,7%); tuttavia negli istituti professionali c’è un miglioramento dei risultati conseguiti dagli studenti, evidenziato dal calo della percentuale di bocciati rispetto all’anno precedente. Resta una differenza: solo l’81,1% degli studenti con cittadinanza non italiana viene ammesso all’anno successivo a fronte di una quota pari al 91,6% degli studenti italiani. Tale differenza è molto evidente nel primo anno di corso: il tasso di ammissione degli studenti con cittadinanza non italiana è pari al 72% mentre quello dei colleghi italiani è l’87,3%.