Società

Scuola, prendiamo a sprangate gli studenti violenti?

La maggioranza degli italiani è del parere che con quattro ceffoni ben dati si risolve tutto. E se usi il bastone magari è meglio. Poi però compiono qualche errore votando e i loro rappresentanti in Parlamento fanno ben altro… E vien fuori che a Napoli, 3 ragazzi che hanno stuprato una minorenne, dopo 6 mesi di prigione, ottengono la libertà andando a lavorare in pizzeria. Il che non è proprio una sprangata.

L’elettore schizofrenico genera un sistema schizoide. E questa storia della rieducazione dei criminali tramite il lavoro, fatta all’italiana è demenziale perché ovviamente non riesce certo a redimere… Berlusconi dopo aver scontato la condanna ai lavori socialmente utili (in un ospizio!) è peggio di prima. I fatti ci dicono che il reinserimento sociale e la rieducazione dei carcerati però funziona. Chi in prigione segue programmi di formazione torna a commettere crimini in meno del 20% dei casi, chi non li segue in più del 90%.

Questo dato dovrebbe far capire che lavorare sulla cultura conviene anche economicamente: i crimini costano più della prevenzione. E quando sento dire che basterebbe far zappare la terra agli studenti che aggrediscono i professori provo pena. La stessa che sento quando si afferma che provocando dolore fisico e contusioni con fratture scomposte si otterrebbe talmente tanta paura da dissuadere alla violenza.

Quest’idea sta alla radice del fatto che le prigioni italiane sono un luogo immondo, una forma di tortura e umiliazione reiterata: la maggioranza degli italiani le carceri le vuole terribili così i criminali imparano! I Paesi scandinavi ci dimostrano che è possibile un’altra via: carceri umane, programmi di recupero, ma la pena la sconti fino all’ultimo giorno. E se hai commesso crimini efferati vieni giudicato pazzo e non esci più: nessuna cavolo di perizia psicologica può stabile che sei guarito (come succede da noi), perché se hai torturato e ucciso, la tua follia non va via con quattro pizze e un predicozzo.

Mentre scrivo mi monta la rabbia, mi torna alla mente l’assassino del Circeo che dopo gli orrori compiuti in gruppo su Rosaria Lopez (uccisa) e Donatella Colasanti (sopravvissuta perché si finge morta) riesce a uscire in semilibertà (perché adesso è buono) e tortura e uccide altre due donne: Maria Carmela Maiorano e sua figlia Valentina.

Sono sicuro che le sprangate, o la pena di morte, non funzionano. In Cina esiste la fucilazione, e la famiglia deve pagare le pallottole. Ma quella giustizia draconiana non ha certo cancellato la criminalità. Decenni di esperienza delle dittature più punitive hanno dimostrato che, anzi, l’uso massiccio della violenza repressiva aumenta la violenza dei criminali. Certamente sentirete dire da qualche nostalgico che certe cose in Italia non succedevano quando c’era Benito ma è una sciocchezza: censurare le notizie di cronaca nera sui giornali non è la stessa cosa che ridurre gli omicidi… Sono concetti difficili da spiegare. Vai tu in certi bar della Padania a raccontare che gli omicidi in Italia non sono mai stati così pochi… siamo sotto 500 all’anno…

Quando si parla di violenza bisognerebbe anche ragionare. E bisognerebbe capire che in questo campo gli errori si pagano cari. In Italia mai nessuno studente è entrato a scuola sparando. Aspettiamo che succeda? Non ci vorrà molto. Oppure ci si dà da fare per evitarlo? Questo è uno dei campi nei quali le chiacchiere stanno proprio a zero. Ci vogliono idee e la capacità di realizzarle.

È una sfida colossale perché oggi la violenza, dal punto di vista mediatico paga. Minacci il professore mentre l’amico riprende la scena con il telefonino e diventi una celebrità e puoi illuderti che le ragazze sbaveranno per te. Per uno che ha gravi problemi relazionali diventare una star del male val bene una bocciatura o qualche mese in pizzeria. La pizzeria passa, il fatto che hai avuto il fegato di ordinare al professore di inginocchiarsi e chiedere perdono, te lo tieni per tutta la vita e riluce!
Su quanto si dovrebbe fare nelle scuole per prevenire la violenza ho già scritto molto: La scuola che non insegna la passione alimenta il bullismo e la violenza. E ho scritto anche sulla giustizia italiana Macerata, non l’ha uccisa ma solo fatta a pezzi! Non vorrete mica che resti in galera?!?