“Dialogo tra Pd e M5s? Sono contrario soprattutto sulla scelta di fondo, perché io non ritengo possibile un accordo di governo solido, affidabile per l’Italia, con i 5 Stelle. Usciamo dai tatticismi e dalle buone maniere, che non servono a nulla in questa fase politica”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Radio Radicale dal sottosegretario Pd Sandro Gozi. “Si decide di avviare un dialogo se c’è la forte volontà di trovare un accordo” – spiega – “Io non ho questa forte volontà di trovare un accordo col M5s, perché mi sembra che la natura del Pd e dei 5 Stelle, gli obiettivi, il funzionamento interno, i valori, siano troppo distanti per fare un governo. Non c’è nulla di democratico nel modo in cui il M5S funziona. E già questo mi sembra un ostacolo enorme per pensare di costruire un governo con un movimento che sarebbe inaffidabile e il cui vero leader politico non è Luigi Di Maio. Bisognerebbe negoziare con Beppe Grillo e Davide Casaleggio, anche loro inaffidabili su molti temi di fondo. Penso alle posizioni sull’euro”. E aggiunge: “Questa contrapposizione ventennale tra berlusconiani e antiberlusconiani alla fine ha fatto molto male al Paese e al buon funzionamento delle istituzioni, impedendo anche vere riforme della giustizia. Noi abbiamo fatto alcuni passi avanti coi governi Renzi e Gentiloni, ma questo non basta assolutamente a riformare la giustizia. Questa contrapposizione ha dato anche vita ad antiberlusconiani di professione, che oggi diventano “anti-qualcos’altro”. Certamente” – continua – “questo tratto della sinistra girotondina non ha portato lontano e non ha fatto bene alla sinistra. E dall’inizio del governo Renzi abbiamo lavorato su questo punto nuovo di rottura, cioè superare questa contrapposizione tra berlusconiani e antiberlusconiani. Anche per questo atteggiamento non vedo l’affidabilità necessaria per costruire un governo col M5S, perché nascerebbe zoppo e cadrebbe alla prima crisi europea o internazionale o interna. Come gestiremmo una crisi? Consultando la piattaforma Rousseau?”. Gozi poi sottolinea: “La vera assunzione di responsabilità sarebbe questa: guardarsi in faccia col M5S e capire che non ci sono le condizioni minime di condivisione di valori e di obiettivi. Il dialogo non si avvia così, tanto per verificare, ma per costruire un governo. Col M5S già ci conosciamo abbastanza. Il M5s non è sceso dalla luna, governa Roma e Torino, è stato in Parlamento la scorsa legislatura, cioè non abbiamo bisogno di scoprire qualcosa. Quindi, quali carte dovremmo vedere? Le conosciamo già. Ritorno alle urne? Non credo che sarebbe un dramma, né andrebbe additato come minaccia. Però” – chiosa – “io credo che il famigerato forno tra Di Maio e Salvini si potrebbe riaprire dopo le elezioni in Friuli Venezia Giulia. C’è una nascosta volontà di accordo tra M5S e Lega, del resto le loro basi elettorali sono molto simili”
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