“L’Iran ha mentito sul nucleare” e ha “intensificato gli sforzi” per nascondere la natura del programma dopo aver firmato l’accordo del 2015, “un’intesa basata sulla menzogna”. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha attaccato Teheran nell’atteso discorso annunciato in giornata e “condiviso con gli Stati Uniti”. Mostra video, documenti, foto. Tanto che dopo meno di un’ora, Donald Trump dichiara: “Situazione non accettabile. Quello che è successo oggi e che è accaduto di recente mostra che ho avuto ragione al 100%”. “Pseudo-rivelazioni”, risponde l’Iran attraverso il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif: “Tempistica coordinata e presunte rivelazioni di intelligence da parte del ragazzo che grida al lupo al lupo, pochi giorni prima del 12 maggio”, quando gli Usa dovranno decidere se rivedere o meno gli accordi di tre anni fa.

I servizi segreti di Israele sono riusciti ad ottenere “55 mila file relativi di progetti nucleari che includono fotografie che li incriminano, progetti e altri documenti”, ha spiegato Netanyahu, definendo la scoperta “uno dei maggiori successi di intelligence che Israele abbia mai conseguito”. Secondo il leader del Likud, l’Iran progetta di dotarsi di almeno cinque ordigni nucleari analoghi a quelli di Hiroshima e “i suoi missili possono colpire a migliaia di chilometri”, ha avvertito mostrando video, foto e mappe “incriminanti”. Un programma, ha aggiunto, che “l’Iran nasconde da anni alla comunità internazionale“. Gli Stati Uniti hanno garantito l’autenticità dell’archivio segreto ottenuto da Israele, ha proseguito Netanyahu, annunciando che i documenti verranno mostrati all’agenzia Onu per l’energia atomica e ad altri Paesi.

Il discorso arriva a poche ore dalla visita del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, in Israele e a due giorni da una telefonata fra Netanyahu e Trump. In un momento peraltro particolare, visto che il presidente degli Stati Uniti ha tempo fino al 12 maggio per decidere se intenda o meno restare nell’accordo sul nucleare. Trump si è sempre detto contrario all’intesa del 2015 fra Teheran e i Paesi del 5+1 e le sue dichiarazioni seguite al discorso del premier israeliano lasciano presagire quale sarà la sua mossa: “Vedremo cosa succede. Non vi dico cosa farò ma in molti credono di saperlo”. Contrario è anche Netanyahu, secondo il quale l’accordo non impedisce a Teheran di dotarsi di armi nucleari e l’alleggerimento delle sanzioni ha aumentato la capacità di Teheran di finanziare militanti in Medioriente. Domenica Emmanuel Macron, Theresa May e Angela Merkel hanno espresso in modo unanime il loro appoggio all’accordo.

Ribadito, dopo le novità esposte dal premier israeliano, da Federica Mogherini: “Da quello che abbiamo visto dalla sua esposizione, Netanyahu non ha messo in dubbio l’adempimento dell’Iran” all’accordo sul nucleare, perché quest’ultimo “non è basato su buona fede o fiducia, ma su impegni concreti, meccanismi di verifica e una rigido monitoraggio dei fatti”, che certificano come “l’Iran rispetti pienamente i patti”, ha spiegato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue.

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