Il Quirinale non vuole il voto subito. Il Movimento 5 stelle, invece, sì. Dopo Luigi Di Maio, che ieri aveva addirittura parlato di “voto a giugno ” come “unica soluzione” invitando Matteo Salvini a chiederlo con lui, oggi è Alessandro Di Battista che invita il M5s a “sostenere Luigi e la scelta di tornare alle urne”, chiedendo al leader della Lega di dimostrare il “coraggio che non ha mai avuto” unendosi alla richiesta di “elezioni anticipate“.
Dalle parti del Carroccio, però, temporeggiano nonostante le elezioni vinte in Molise e Friuli Venezia Giulia. In ambienti leghisti, infatti, sembra cominciare a piacere la proposta lanciata da Matteo Renzi due giorni fa. L’ex segretario del Pd aveva bruciato la direzione del suo partito, comparendo sulla poltrona di Fabio Fazio per chiudere a ogni possibile intesa con il Movimento 5 stelle. E soprattutto per lanciare la proposta di un governo di scopo con un duplice obiettivo: fare le riforme istituzionali ed elettorali.
L’apertura di Giorgetti: “Esecutivo breve per cambiare la legge elettorale” – Una prospettiva che potrebbe piacere anche al centrodestra: non solo a Silvio Berlusconi – ormai rodato interlocutore del leader dem – ma ora anche a Matteo Salvini. Non è un caso, infatti, che nella sua apparizione televisiva Renzi sia stato attento a non attaccare in tv il leader della Lega, lanciando bordate solo a Luigi Di Maio. Quaratotto ore dopo ecco che il Carroccio lancia segnali d’apertura mandando in radio la sua voce più istituzionale: quella di Giancarlo Giorgetti. “Io so come funziona: prima dicono di voler cambiare solo la legge elettorale, poi durano quattro anni, come ha fatto l’ultimo governo. Questo non sarebbe giusto e non sarebbe corretto. Quindi, o il centrodestra e il Movimento 5 Stelle si mettono d’accordo coinvolgendo tutti gli altri, ma garantendo che una volta approvata la legge elettorale in tempi rapidissimi si torna al voto – e su questo c’è un impegno comune e condiviso – oppure non ha senso neppure mettere in piedi un governo di scopo, per la legge elettorale, che poi inevitabilmente dura in modo indefinito, secondo il costume italiano”, dice a Rtl 102.5 il capogruppo della Lega alla Camera. Che poi formalizza i termini di disponibilità del suo partito: “Se si deve modificare la legge elettorale, patti chiari, amicizia lunga, governo corto. Governo breve. L’unica ipotesi che prendiamo in considerazione è una rapida modifica della legge elettorale, che permetta a chi vinca, al prossimo giro, di poter governare in modo autosufficiente”.
Le idee di Renzi che non piacciono al Colle – Un vero e proprio decalogo di condizioni, quelle dettate da Giorgetti, che arrivano negli stessi giorni in cui Renzi e Salvini hanno cominciato a dialogare. Secondo il Corriere della Sera, infatti, dal giglio magico fanno notare come i due “Matteo” si sentano spesso tramite sms. L’idea di un governo Pd – centrodestra per varare la legge elettorale, però sembra non convincere il Colle. Intanto perché l’idea di un grosso pezzo del Pd che soccorre il centrodestra, poi, non è mai stata formalizzato davanti al capo dello Stato. E poi perché Renzi non ha parlato solo di una legge elettorale a doppio turno, ma anche di una modifica costituzionale che punti al semipresidenzialismo guardando al modello francese. Ipotesi che – secondo il quotidiano di via Solferino – è considerata impraticabile da Sergio Mattarella perché richiederebbe poi con ogni probabilità un referendum. Mentre all’interno del Pd, si moltiplicano i comunicati di solidarietà a Maurizio Martina, il reggente sconfessato pubblicamente da Renzi. L’ultimo a intervenire è David Sassoli: “Non è con atti di forza che si contribuisce a rilanciare il Pd che, come vediamo di elezione in elezione, si ritrova debole e in difficoltà. Il Pd ha già pagato prezzi enormi con il patto del Nazareno e non vorremmo che quello resti il suo orizzonte. In queste ore dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere utili al paese”.
Di Battista sul blog: “Appoggiare Di Maio e tornare al voto” – Insiste per tornare al voto, invece, il Movimento 5 stelle. “Le abbiamo tentate tutte ma una massa di cinici più interessanti al consenso ad ogni costo che alla risoluzione dei problemi del Paese si è opposta ad ogni reale tentativo di rivoluzione della legge Fornero, di lotta alla corruzione, di sostegno alle imprese e di contrasto alla povertà dilagante. Tutto il MoVimento ha il dovere di sostenere Luigi e la scelta di tornare al voto“, è il testo di un post pubblicato sul blog delle Stelle da Alessandro Di Battista. Un intervento in cui l’ex parlamentare blinda la posizione di leader di Di Maio, e attacca ancora Salvini. “Ho sbagliato a chiamare Salvini Dudù, a differenza sua Dudù al guinzaglio non l’ho visto quasi mai. Ora dimostrasse un coraggio che non ha mai avuto e chiedesse elezioni anticipate“. Il ritorno alle urne immediato, però, continua a essere escluso dal Colle. A giugno è già impossibile, visto che la legge sugli italiani all’esteroindica un minimo di 60 giorni per avviare le procedure elettorali. Il voto in autunno, invece, non piace a Mattarella per due motivi: intanto perché il risultato elettorale sarebbe con ogni probabilità simile a quello attuale. E poi anche se i partiti riuscissero a mettere insieme una maggioranza, non ci sarebbero i tempi tecnici per fare la legge di Stabilità. Scatterebbe il combinato disposto di esercizio provvisorio di bilancio senza alcun governo.