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Nucleare Iran, la mossa di Netanyahu: il primo ministro adesso potrà dichiarare guerra senza ok del Gabinetto di sicurezza

Con l'ok al disegno di legge arrivato dalla Knesset è sufficiente per il premier il chiaro assenso del suo ministro della Difesa in situazioni estreme, che non permettono la riunione del Gabinetto di sicurezza ristretto

Adesso Benjamin Netanyahu, se vorrà, potrà dichiarare guerra da solo. La Knesset ha votato lunedì mattina a favore della richiesta del primo ministro di accordargli l’autorità di dichiarare guerra soltanto con l’approvazione del ministro della Difesa in situazioni estreme, che non permettono la riunione del Gabinetto di sicurezza ristretto. Una mossa che arriva a poche ore dall’annuncio delle prove raccolte dai servizi segreti sul programma nucleare che – secondo Israele – l’Iran sta continuando a sviluppare nonostante gli accordi del 2015.

Netanyahu ne aveva fatto la richiesta al mattino durante un dibattito su una proposta di legge volta a trasferire la responsabilità di dichiarare la guerra dal Gabinetto plenario al gabinetto di sicurezza più piccolo. Il comitato misto della commissione per gli Affari esteri e la Difesa e la commissione per la Costituzione, aveva respinto la richiesta del premier, ma in seguito è stata votata dal plenum della Knesset. Il presidente della commissione Affari Esteri e Difesa Avi Dichter, già direttore dello Shin Bet (la sicurezza interna di Israele), ha portato la proposta ad un’altra votazione durante la seconda e la terza lettura del disegno di legge, infine lunedì sera nel plenum.

Il disegno di legge è stato presentato in risposta alle raccomandazioni del “Comitato Amidror” che ha esaminato il funzionamento del Gabinetto di sicurezza e aveva lo scopo di codificare una situazione che è comunque stata prevalente dalla Prima Guerra del Libano nel 1982. La versione del disegno di legge che è arrivata lunedì sera a un voto nella Knesset afferma che il Gabinetto di sicurezza sarà autorizzato a prendere una decisione sulla dichiarazione di una guerra o su operazioni militari significative senza specificare la composizione del gruppo che prende la decisione. Sarà sufficiente per il premier il chiaro assenso del suo ministro della Difesa.