“Una cosa è cambiata in questi anni: che ci sono sette colleghi in meno”. Nella mattinata di dibattiti prima del concertone del pomeriggio a Taranto per l’Uno Maggio Libero e Pensante, la testimonianza di Mirko, operaio all’Ilva. “Morti sul lavoro in un impianto che era sotto sequestro: ci hanno detto che si chiamano morti bianche perché non c’è una mano che uccide direttamente. Io continuo ad andare a funerali di colleghi che muoiono di tumore. Gli impianti ci crollano in testa ma bisogna continuare a produrre. Noi lo sappiamo chi passa sui cadaveri degli operai. È lo Stato”

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Buon Primo maggio. Dalla sinistra

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Primo maggio, a Torino la prima volta dei rider Foodora. E davanti a Eataly scatta la protesta: “Sfruttamento”

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