Ha spaccato una bottiglia di vino e con i cocci di vetro e si è ferito ai polsi o forse al collo. Fino a morire dissanguato. Avicii, riferisce il sito Tmz, si è suicidato così nella sua stanza di albergo a Muscat, in Oman, lo scorso 20 aprile. Vicino a lui molte scatole di medicinali e antidolorifici. Il sito americano raccoglie le voci di alcune fonti – che rimangono anonime – e che spiegano come il dj si sia tolto la vita, anche se non c’è alcuna conferma su dove il colpo mortale sia stato inferto.
Già la famiglia nei giorni scorsi aveva fatto intendere che la causa di morte del 28enne svedese fosse stata il suicidio, visto che l’artista soffriva da anni di depressione anche a causa delle pressioni dello star system. Elementi che emergono con chiarezza nel documentario Avicii: true stories, uscito lo scorso ottobre, che racconta l’ascesa del dj, tormentata da un consumo eccessivo di alcool e dalla relativa pancreatite, e da ritmi di lavoro usuranti.