A creare il sito è stato Alberico De Luca, che si professa "elettore del Pd". La url prende spunto dall'hashtag #senzadime, con il quale da settimane i simpatizzanti dem vicini a Matteo Renzi e contrari a un accordo con i grillini fanno sentire la propria voce sui social. Poco dopo le 14, in seguito al deflagrare della polemica ("Qualcosa di profondo non va", il commento di Dario Franceschini), i nomi sono stati sostituiti da omissis
E’ nato il 27 aprile. Il suo fondatore lo ritiene necessario, scrive nella homepage, “perché l’informazione è un diritto, la trasparenza un dovere”. Diversi esponenti del partito ora ne chiedono la chiusura, assimilandolo a una lista di proscrizione. A poche ore dalla direzione nazionale di giovedì in cui si dovrà decidere se aprire una trattativa con il M5s per la formazione di un governo, ad agitare le acque nel Pd arriva anche senzadime.it, sito in cui fino a poco fa veniva fatto l’elenco di chi, tra i dirigenti dem, è favorevole o meno all’accordo di governo con i 5 Stelle. Fino a poco fa, perché appena nel partito è montata la polemica i nomi sono stati tutti sostituiti da omissis.
A creare il sito è stato Alberico De Luca, che si professa elettore del Pd e il 28 aprile lancia il sito su Twitter. La url prende spunto dall’hashtag #senzadime, con il quale da settimane i simpatizzanti del Partito Democratico contrari a un accordo con i grillini fanno sentire la propria voce sui social e che è stato veicolato in rete da soli 8 account alcuni dei quali vicini all’universo renziano. “Il 3 maggio la Direzione Nazionale del Partito Democratico deciderà sull’accordo di governo con il Movimento 5 Stelle – si legge nel manifesto pubblicato in home – in questa pagina raccogliamo l’orientamento di ogni singolo componente della Direzione Nazionale, sulla base delle dichiarazioni espresse sui social o a mezzo stampa”.
I parlamentari erano stati catalogati come favorevoli al dialogo, otto in tutto – tra loro Andrea Orlando, Dario Franceschini, Francesco Boccia, Piero Fassino – e non favorevoli, una trentina, tra cui i renziani Andrea Marcucci, Matteo Orfini ed Ettore Rosato. La stragrande maggioranza degli eletti Pd erano nella categoria “non si sono ancora espressi sulla trattativa con M5S”: tra questi ultimi era stato inserito il reggente Maurizio Martina.
A far sentire per prima la propria voce è stata in mattinata Lia Quartapelle: “Sono contraria a un governo con il M5S – premette la deputata su Facebook – ma trovo aberrante il sito ‘senzadime’ nel quale si dà il bollino di infamia a compagni di partito che hanno espresso una idea diversa. Ci chiamiamo partito ‘democratico’ e la demonizzazione delle idee è la cosa più contraria a ciò che siamo”. “Quando in una comunità politica alla vigilia di una discussione seria che riguarda il partito e il Paese si arriva a questo, c’è qualcosa di profondo che non va”, le fa eco su Twitter Dario Franceschini.
Il commento più duro porta la firma di Maurizio Martina: “Leggo di un sito che classifica i componenti della nostra direzione Pd sulla base delle opinioni espresse a proposito del confronto con il Movimento Cinque stelle – afferma il segretario reggente – siamo arrivati a questo? Voglio credere per tutti di no e mi aspetto che venga chiuso. C’è un limite che non andrebbe mai valicato”. “Non credo che queste iniziative facciano bene al Pd. Chi ha fatto questo sito è pregato di rimuovere liste di qualunque tipo. Quelle lasciamole ai grillini”, il tweet di Alessia Morani.
Anche gli esponenti della stretta cerchia renziana hanno espresso forti riserve sull’iniziativa. “Vanno evitate anche iniziative estemporanee che rischiano di creare un danno alla ricerca di una nostra condivisa e unita iniziativa politica – si legge in una nota del coordinatore del Pd, Lorenzo Guerini – vedo di un sito che sarebbe promosso da una persona che si definisce “elettore del Pd” e che si esercita a differenziare le posizioni dei membri della Direzione. È un errore. Lasciamo perdere queste cose che non servono a niente e a nessuno”.
“Questo sito è una cosa orribile, estranea alla mia cultura democratica – il tweet di Emanuele Fiano – chi lo ha fatto lo chiuda, non c’entra niente con il Pd, con il nostro modo di discutere, magari anche di litigare, ma di lavorare per un progetto, non per chiudere recinti“. Di “un’iniziativa personale discutibile ma che non c’entra nulla con gli organi del nostro partito”, parla invece il renzianissimo Michele Ansaldi.
Poco dopo le 14 i nomi pubblicati sul sito sono stati sostituiti da omissis e nella home page è apparso il seguente comunicato: “Il Pd non è una società privata come la Casaleggio Associati. È un partito plurale, aperto, in cui tutti i membri della Direzione Nazionale esprimono la loro legittima idea – viene spiegato in un post comparso sul sito -. Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno chiesto di chiudere questo sito che si limita a riportare opinioni espresse pubblicamente, come nelle migliori tradizioni anglosassoni, con i riferimenti e i link ai tweet e alle dichiarazioni. Era ispirato a un principio di trasparenza democratica nelle scelte fondamentali che connotano la vita nazionale. Non intendeva dividere il Partito, ma informare gli elettori. Su ogni nome adesso troverete un ‘omissis’, vista l’intenzione dei diretti interessati a non mostrare la propria linea politica in forma aggregata”.