Mangiare le nutrie? Magari qualcuno lo fa senza dirlo o qualcuno lo dice senza farlo. Il sindaco di Gerre de’ Caprioli, mille anime alle porte di Cremona, lo dice e lo fa. Metterle in tavola è per Michel Marchi la soluzione ideale per fronteggiare un’emergenza che nel territorio padano è molto sentita. Ne è convinto, lui che la carne di nutria l’ha pure mangiata: “Posso affermare che è buona, quasi meglio della carne di coniglio”. Quella del primo cittadino e presidente dei Piccoli Comuni dell’Anci Lombardia non è quindi una boutade. “Sono serissimo”, afferma. E a ilfattoquotidiano.it spiega: “Come tutte le problematiche vanno affrontate partendo dal dato concreto. Spendiamo milioni di euro per riparare i danni che questi animali fanno ad argini e difese idrauliche. Si cercano soluzioni politiche ponendo a carico di cacciatori volontari l’onere (non tutto in verità) di ucciderle e riporre le carcasse”.

Una soluzione che, a onor del vero, sia per carenza di risorse sia per la difficoltà a mettere in atto le azioni necessarie al contenimento dei roditori, è piena di ostacoli. Eppoi “in mezzo mondo la nutria si mangia – aggiunge Marchi – e anche in altre province e regioni ‘fluviali’ già si ragiona in questi termini. Dico semplicemente: legalizzatela!”. Marchi ci scherza un po’ su: “Chi non vorrà provare non credo subirà torture corporali. Il vegetariano rimarrà tale, il vegano idem, lo scettico pure. Ma escludere a prescindere questa strada è limitante e, a mio avviso, nel lungo periodo dannoso”. Marchi sottolinea che ci sono verbali dell’Asl che rimarcano come la nutria, a differenza degli altri topi, non porta leptospirosi. “È totalmente erbivora e alle alte temperature i batteri se ne vanno”.

“Non c’è alcuno studio scientifico sull’utilizzo di questo tipo di carne – sostiene il nutrizionista Antonio La Russa – È fondamentale lasciarsi guidare dal buon senso, fermo restando che resta la mia personale perplessità sul consumo di carne di nutria dal momento che sappiamo quasi nulla di ciò di cui la nutria si ciba”. E conclude: le linee guida del Fondo per la ricerca sul cancro “sostengono che non si dovrebbe mangiare carne più di due tre volte alla settimana”. Insomma, per la Russa è comunque meglio “mangiarsi una ‘fiorentina’ perché almeno so quello che mangio. Ma smitizziamo però l’idea che per vivere in salute bisogno mangiare carne tutti i giorni”. Nel frattempo, qualche settimana fa, l’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) era intervenuta a stigmatizzare la pratica di proporre in alcuni siti di cucina ricette a base di nutria: “Non bastano i mangiagatti e i cinesi che mangiano i cani, ora ci si mettono anche i padani che si cucinano (illegalmente, mentre si possono mangiare ad esempio in Usa e Germania) le nutrie, animali dolcissimi che popolano la nostra pianura e che sono già sottoposti a vessazioni e uccisioni indiscriminate. In Italia le pietanze a base di nutria sono vietate. Per questo sollecitiamo i controlli sanitari”. Ma il sindaco Marchi ha un’altra idea: altro che “gabbie, fosse comuni e celle frigorifere”. Meglio tegami e padelle. Poi ci penserebbe lui: “Garantisco l’organizzazione di una sagra paesana gastronomica a tema”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

IL DISOBBEDIENTE

di Andrea Franzoso 12€ Acquista
Articolo Precedente

Macerata, 56enne si toglie la vita: viveva da sfollato dopo che il sisma aveva danneggiato i suoi 3 b&b

next
Articolo Successivo

San Nicola ponte tra Santa Sede e Russia: il 7 luglio Bergoglio a Bari. Invitato Kirill: sarà il secondo storico incontro?

next