Lo scontro era nell’aria, e adesso sta per deflagrare. In seguito all’ammorbidimento dei limiti alle emissioni dei veicoli annunciato dall’agenzia per l’ambiente americana (Epa), in deroga alla road map più stringente fissata in precedenza da Barak Obama, 18 stati americani guidati dalla “ribelle” California hanno deciso di fare causa all’amministrazione Trump.

Coinvolta anche la stessa EPA, che prosegue nell’opera di rottamazione delle politiche ambientali di Obama, negando nondimeno l’esenzione che permette al singolo Stato di fissare norme proprie riguardo alle emissioni di gas serra.

Dunque la fronda annunciata da un manipolo di Stati, che come dice il governatore della California Jerry Brown “rappresentano 140 milioni di americani”, è diventata una vera e propria rivolta. Che è pronta a “fare causa al fuorilegge Scott Pruitt“, il negazionista dei cambiamenti climatici messo a capo dell’agenzia per l’ambiente dallo stesso Donald Trump.

Le motivazioni della denuncia? I promotori della causa, depositata alla corte d’appello del District of Columbia, fanno sapere (tramite il New York Times) che risiedono nella mancata osservanza da parte dell’Epa delle sue stesse regole, ma soprattutto nella violazione del Clean Air Act, la Bibbia della tutela ambientale yankee.

Non a caso anche i toni dello stesso governatore Brown sono stati vagamente epici: “questo riguarda la salute, la vita e la morte. Combatterò con tutto quello che posso”. Difficile, visto il punto a cui si è arrivati, una riconciliazione. Più prevedibile uno scontro duro, a colpi di carte bollate. Uno scontro che, come sottolineato in passato, rischia di spaccare in due il mercato dell’auto americano. E di avere ripercussioni anche nel resto del mondo.

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