Giuliano Ferrara anche oggi ci ricorda che a prevalere sono sempre i cretini. Lui, che è intelligente, conta le sconfitte dei suoi simili. Il primo tra tutti è Matteo Renzi. È così intelligente ma così intelligente, e moderno ma così moderno, e riformista ma così riformista. È così tanto avanti, troppo avanti, da lasciare il popolo, in prevalenza piuttosto cretino, in debito d’ossigeno.
Nell’ipotesi esposta (pochi intelligenti devono confrontarsi vedersi sconfitti dai cretini, che sono molti di più) si trova certamente anche Luciano D’Alfonso, che non solo è renziano, quindi intelligente per partito preso, ma anche governatore d’Abruzzo e senatore. Ha spiegato che temporaneamente cumula le due cariche, per legge vietate, nel solco tracciato da Mazzini e Garibaldi.
Chiunque di voi converrà che i due eroi avevano un’intelligenza fuori dal comune. Il problema, ritornando a Ferrara, è che i cretini d’Abruzzo, molto più numerosi, vorrebbero che D’Alfonso rinunciasse all’una o all’altra poltrona, avesse la legge sopra di sé e non la mettesse, nell’attesa, sotto il suo culo.