“In futuro la guida autonoma salverà parecchie vite”: ce lo ripetono ormai da tempo le grandi multinazionali delle quattro ruote. Il pilota automatico, infatti, sarà programmato per essere più prudente dei guidatori in carne e ossa, nonché più pronto nello schivare possibili collisioni. La tecnologia in questione, inoltre, interessa anche il mondo militare: secondo il sottosegretario americano alla Difesa per la ricerca e l’ingegneria, Michael Griffin, i mezzi senza volante e pedali potrebbero apparire prima nei teatri di guerra che fra le strade pubbliche.

Il perché di questo interesse delle forze armate per l’autonomous driving è presto spiegato: oltre la metà delle vittime fra i commilitoni è costituita da personale adibito alla logistica, consegna di viveri, carburante e altri rifornimenti. Secondo Griffin, quindi, impiegare dei camion automatizzati (senza militari a bordo) per l’adempimento delle suddette mansioni aiuterebbe a ridurre drasticamente la percentuale di caduti.

“Si è in una posizione molto vulnerabile quando ci si ritrova a svolgere quel tipo di ordini” ha spiegato Griffin, “e se questi possono essere portati a termine da un veicolo automatizzato, grazie a un semplice algoritmo di intelligenza artificiale, in una situazione in cui non ci si deve preoccupare dei pedoni, dei segnali stradali e di cose simili, perché non usarlo?”. Un pensiero che Griffin ha sottolineato dinanzi al Congresso degli Stati Uniti d’America.

Del resto la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), preposta allo sviluppo di nuove tecnologie militari, ha finanziato la ricerca sulla guida autonoma per anni, avvalendosi del budget miliardario messo a disposizione del Pentagono (quantificato in 700 miliardi di dollari l’anno). È comunque probabile che, prima che i veicoli diventino totalmente autonomi, si possa contare sugli ulteriori sviluppi della tecnologia di controllo remoto per allestire dei “droni di terra”.

Tuttavia, viste le differenti regolamentazioni dei paesi in cui questi mezzi senza pilota andranno a operare, anche i camion militari a guida autonoma dovranno rispettare le stesse identiche norme di sicurezza imposte ai costruttori automobilistici. Una necessità sottolineata da Karlyn Stanley, della RAND Corporation, un think tank statunitense. Perciò niente scappatoie legali per i futuri veicoli autonomi della US Army.

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