di Gianluca Avagnina
Investire su una rete di servizi igienici pubblici efficienti avrà un impatto positivo sull’economia notturna di Londra.
O almeno ne è convinto il sindaco della capitale inglese, Sadiq Khan, che ha espresso la sua intenzione di stanziare fondi per fornire un maggior numero e una migliore qualità di toilette pubbliche. La mossa fa parte della sua 24-hour vision for London, una strategia ufficiale volta a proteggere e incentivare la ‘night economy’ londinese, che produce un giro di affari il cui valore si aggira intorno ai 26 miliardi di sterline.
“Ho promesso di essere il sindaco di tutti i londinesi, e sono quindi determinato nel volermi assicurare che tutti possano godere appieno della nostra splendida città. Le toilette sono un servizio pubblico essenziale e condizionano l’esperienza della capitale sia per chi ci vive, sia per i turisti”, ha affermato Khan.
Recentemente, il sindaco ha anche dichiarato che metterà a disposizione 6 milioni di sterline per installare servizi igienici permanenti lungo il percorso di 40 linee dei bus cittadini, per migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti.
Sicuramente il tema della ‘public toilets’ è molto sentito nel paese, tanto che esiste un sito, The Great British Public Toilet Map, che raccoglie su una mappa tutti i bagni pubblici del Regno Unito. Ho voluto verificare personalmente la situazione attuale a Londra visitando, dopo il calar del sole, le 10 toilette presenti sulla mappa nella zona di Soho, una delle aree più vivaci di Londra per quanto riguarda la vita notturna. Di queste, cinque non erano accessibili perché situate all’interno negozi chiusi a quell’ora, quattro si trovavano in spazi pubblici ma erano chiuse, e soltanto un orinatoio singolo, in Soho Square, era aperto e funzionante.
Secondo la professoressa Clara Greed, che si è occupata spesso di bagni pubblici insegnando Urbanistica alla University of West England, ancora troppo poco è stato fatto: “Sembra che il governo nazionale, regionale e locale non siano davvero interessati a risolvere il problema. In realtà, bisogna riconoscere che questo comporta tutta una serie di conseguenze economiche e sociali. “Da un punto di vista finanziario, se ci fossero più toilette funzionanti, la città sarebbe sicuramente più accogliente e questo attirerebbe più turisti, più pendolari, e più shopper. Renderebbe la città più bella e pulita per tutti. Ma il fatto che ci siano così pochi bagni pubblici dà davvero una brutta immagine di Londra”.
Raymond Martin, amministratore delegato della British Toilet Association (BTA), che da anni si batte per un miglioramento dei servizi igienici pubblici, ci riferisce che la maggior parte di questi problemi è esistita per anni, e nessuno sembra volersi prendere la responsabilità dei bagni pubblici: “Tutti, assolutamente tutti cercano di evitare la questione. E questo è stato un vero scoglio per BTA per molti anni, trovare qualcuno disposto a far fronte alla sfida e cambiare completamente le cose”.
Per quanto riguarda il resto dell’Europa, la professoressa Greed sostiene che ogni nazione ha la propria mentalità e i propri problemi in merito ai bagni pubblici: “Credo che la Germania, i paesi scandinavi, e il Belgio siano tra i migliori nell’offrire questo tipo di servizio. Se penso alla Francia, e in particolare Parigi, aveva una reputazione terribile per i bagni pubblici, ma sembra che le cose stiano andando meglio adesso, sicuramente meglio che a Londra secondo me”.
Il caso dell’Italia è interessante dal punto di visto storico, ci spiega Greed, perché negli anni Trenta Mussolini fece costruire bagni pubblici in tutte le città italiane, specialmente nel nord del paese: “Erano grandi strutture di cemento dall’aspetto modernista volte ad ospitare servizi igienici sia per uomini che per donne, ma durante gli anni a venire molte sono state chiuse o rimosse. I segni di questo passato, però, si possono ancora vedere in città come Torino o Milano”.
Nonostante questo precedente storico – e il fatto di essere l’unico paese al mondo, insieme al Portogallo, ad aver reso il bidet obbligatorio in tutte le case con una legge del 1975 –la disponibilità e le condizioni igieniche dei bagni pubblici in Italia, salvo alcune eccezioni, rimangono molto scarse.
Nell’attesa e speranza che le cose cambino, la app creata dall’italiano Massimo Gaddi, TripToilet, che si propone di essere l’equivalente di TripAdvisor per i servizi igienici, può sempre tornare utile.
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Foto dell’autore: bagno pubblico nella zona di Greenwich, Londra
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Cittadini del mondo
Mondo - 3 Maggio 2018
Londra investe sui bagni pubblici per far girare la ‘night economy’
di Gianluca Avagnina
Investire su una rete di servizi igienici pubblici efficienti avrà un impatto positivo sull’economia notturna di Londra.
O almeno ne è convinto il sindaco della capitale inglese, Sadiq Khan, che ha espresso la sua intenzione di stanziare fondi per fornire un maggior numero e una migliore qualità di toilette pubbliche. La mossa fa parte della sua 24-hour vision for London, una strategia ufficiale volta a proteggere e incentivare la ‘night economy’ londinese, che produce un giro di affari il cui valore si aggira intorno ai 26 miliardi di sterline.
“Ho promesso di essere il sindaco di tutti i londinesi, e sono quindi determinato nel volermi assicurare che tutti possano godere appieno della nostra splendida città. Le toilette sono un servizio pubblico essenziale e condizionano l’esperienza della capitale sia per chi ci vive, sia per i turisti”, ha affermato Khan.
Recentemente, il sindaco ha anche dichiarato che metterà a disposizione 6 milioni di sterline per installare servizi igienici permanenti lungo il percorso di 40 linee dei bus cittadini, per migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti.
Sicuramente il tema della ‘public toilets’ è molto sentito nel paese, tanto che esiste un sito, The Great British Public Toilet Map, che raccoglie su una mappa tutti i bagni pubblici del Regno Unito. Ho voluto verificare personalmente la situazione attuale a Londra visitando, dopo il calar del sole, le 10 toilette presenti sulla mappa nella zona di Soho, una delle aree più vivaci di Londra per quanto riguarda la vita notturna. Di queste, cinque non erano accessibili perché situate all’interno negozi chiusi a quell’ora, quattro si trovavano in spazi pubblici ma erano chiuse, e soltanto un orinatoio singolo, in Soho Square, era aperto e funzionante.
Secondo la professoressa Clara Greed, che si è occupata spesso di bagni pubblici insegnando Urbanistica alla University of West England, ancora troppo poco è stato fatto: “Sembra che il governo nazionale, regionale e locale non siano davvero interessati a risolvere il problema. In realtà, bisogna riconoscere che questo comporta tutta una serie di conseguenze economiche e sociali. “Da un punto di vista finanziario, se ci fossero più toilette funzionanti, la città sarebbe sicuramente più accogliente e questo attirerebbe più turisti, più pendolari, e più shopper. Renderebbe la città più bella e pulita per tutti. Ma il fatto che ci siano così pochi bagni pubblici dà davvero una brutta immagine di Londra”.
Raymond Martin, amministratore delegato della British Toilet Association (BTA), che da anni si batte per un miglioramento dei servizi igienici pubblici, ci riferisce che la maggior parte di questi problemi è esistita per anni, e nessuno sembra volersi prendere la responsabilità dei bagni pubblici: “Tutti, assolutamente tutti cercano di evitare la questione. E questo è stato un vero scoglio per BTA per molti anni, trovare qualcuno disposto a far fronte alla sfida e cambiare completamente le cose”.
Per quanto riguarda il resto dell’Europa, la professoressa Greed sostiene che ogni nazione ha la propria mentalità e i propri problemi in merito ai bagni pubblici: “Credo che la Germania, i paesi scandinavi, e il Belgio siano tra i migliori nell’offrire questo tipo di servizio. Se penso alla Francia, e in particolare Parigi, aveva una reputazione terribile per i bagni pubblici, ma sembra che le cose stiano andando meglio adesso, sicuramente meglio che a Londra secondo me”.
Il caso dell’Italia è interessante dal punto di visto storico, ci spiega Greed, perché negli anni Trenta Mussolini fece costruire bagni pubblici in tutte le città italiane, specialmente nel nord del paese: “Erano grandi strutture di cemento dall’aspetto modernista volte ad ospitare servizi igienici sia per uomini che per donne, ma durante gli anni a venire molte sono state chiuse o rimosse. I segni di questo passato, però, si possono ancora vedere in città come Torino o Milano”.
Nonostante questo precedente storico – e il fatto di essere l’unico paese al mondo, insieme al Portogallo, ad aver reso il bidet obbligatorio in tutte le case con una legge del 1975 –la disponibilità e le condizioni igieniche dei bagni pubblici in Italia, salvo alcune eccezioni, rimangono molto scarse.
Nell’attesa e speranza che le cose cambino, la app creata dall’italiano Massimo Gaddi, TripToilet, che si propone di essere l’equivalente di TripAdvisor per i servizi igienici, può sempre tornare utile.
Foto dell’autore: bagno pubblico nella zona di Greenwich, Londra
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".