Politica

Case popolari a Firenze, Lega e Fdi: “Nardella ci dà ragione, prima gli italiani”. Sala: “Non politicizzare”

Salvini esulta per la proposta di dare priorità a chi è residente da più tempo. La replica: "Fa ideologia, non ha mai amministrato". Per la Meloni il successore di Renzi a Palazzo Vecchio "ha capito che è meglio copiare chi fa gli interessi dei cittadini che Renzi che fa gli interessi suoi". Ma Donzelli attacca: "Nardella ha permesso che immigrati e rom proprietari di auto di lusso occupassero gli alloggi Erp, cambia rotta per non perdere la poltrona"

Matteo Salvini esulta perché “anche il Pd dà ragione alla Lega“. Giorgia Meloni saluta la decisione rivendicando che “il sindaco Nardella adotta a Firenze il ‘modello Fratelli d’Italia‘” e “ha capito che è meglio essere la fotocopia di chi fa gli interessi dei cittadini che quella di Renzi che fa solo gli interessi suoi”. Il primo cittadino di Milano Beppe Sala, Pd, chiede di evitare “generalizzazioni” perché “il tema è delicato” e “è sbagliato politicizzare troppo la questione”. La proposta del sindaco di Firenze Dario Nardella di premiare nell’accesso alle case popolari chi risiede da più tempo nel capoluogo piace moltissimo a destra e crea qualche imbarazzo tra i dem. Il successore di Matteo Renzi a Palazzo Vecchio replica accusando Salvini di “fare ideologia“, oltre a non aver “mai amministrato né un quartiere né un Comune”.

“Meglio tardi che mai, anche il Pd dà ragione alla Lega: prima gli italiani!!!”, scrive su Facebook il leader del Carroccio, postando un articolo sulle politiche per la casa di Nardella. “La differenza tra Salvini, che non ha mai fatto il sindaco e non ha mai amministrato né un quartiere né un Comune e me, è che io sto insieme ai cittadini e guardo gli aspetti di buonsenso e pragmatici; Salvini fa ideologia”, ha risposto Nardella in un’intervista a Radio 24. Secondo il sindaco di Firenze, “Salvini pensa che qualunque cosa o la decide lui o è contro di lui, ma non è che tutti pensiamo a copiare lui o andare contro di lui”.

La Meloni dal canto suo ricorda che il “bonus di residenzialità per dare priorità agli italiani nell’accesso alle case popolari” è “una proposta che io stessa ho messo nero su bianco nel mio programma di candidato sindaco di Roma, in vigore grazie a Fdi a Perugia dal 2015 e primo atto all’Aquila del sindaco Pierluigi Biondi”. “E bravo Nardella”, aggiunge la presidente di FdI. Il parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha definito Nardella “un ipocrita” perché, scrive su Facebook, “nei quattro anni in cui ha amministrato Firenze ha permesso senza battere ciglio che gli immigrati occupassero i posti dei fiorentini nelle case popolari. Un fatto che abbiamo denunciato più volte con sopralluoghi che hanno evidenziato come negli alloggi Erp di Firenze risiedano personaggi improbabili, come stranieri e rom proprietari di auto di lusso“. Donzelli ha pubblicato anche il video di un suo sopralluogo alle case popolari di Firenze che mostra un confronto diretto con un presunto proprietario di numerose auto di lusso, ex abitante di un campo rom di Firenze e ora residente nelle case popolari. “Anziché fare controlli seri su queste gravi azioni di illegalità, a pochi mesi dal voto, Nardella cambia rotta per paura di perdere la poltrona” alle comunali del 2019, è la sua conclusione. “Si dovrebbe vergognare e chiedere scusa ai fiorentini presi così in giro, lui e gli altri amministratori del Partito democratico, a partire dal suo predecessore Matteo Renzi”.

Sala se l’è cavata dicendo che il tema “è talmente delicato che non si presta a generalizzazioni. Quando abbiamo purtroppo ancora migliaia di famiglie in attesa, è sbagliato politicizzare troppo la questione”. “Non credo che dire ‘prima gli italiani’ senza una riflessione sulle regole in generale serva – ha aggiunto parlando con i gironalisti -. Riflettiamoci, anche io sono certamente disponibile a una riflessione sui criteri e se andranno adeguati perché ci sono buoni motivi certamente non mi opporrò. Rilancio la questione a Regione Lombardia” che si occupa di questo tema, perché il Comune “non decide come assegnare le case”. “Se la Regione ha buoni motivi per cambiare le cose, anche in Lombardia, ascolteremo”, ha concluso.