Il confronto tra Pd e M5s, sepolto dall’intervista tv di Renzi di domenica e dalla direzione del Pd, riprende i vecchi arnesi del mestiere, da una parte e dall’altra. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede alle forze politiche di presentare, se ci sono, maggioranze alternative da esporre nel quinto giro di consultazioni (tra Quirinale e mandati esplorativi), Beppe Grillo e Luigi Di Maio da una parte e Matteo Renzi dall’altra riprendono da dove avevano interrotto qualche settimana fa. Governo di tregua?, chiedono a Di Maio: “Non esiste tregua per i traditori del popolo, questo deve essere chiaro. Ma non per il presidente che è stato fin troppo paziente. Avevano l’opportunità”. In un’intervista al Fatto ha chiesto il ritorno al voto già il 24 giugno con il Rosatellum, perché per cambiare la legge elettorale non c’è tempo. La responsabilità è di Renzi, ribadisce: “Lui e Berlusconi hanno sabotato tutto per rimettersi insieme”. Per Di Maio “le forze politiche in questo momento stanno mettendo il presidente della Repubblica in condizione di dover scegliere perché le forze politiche stanno arginando il M5S dal governo”. Grillo nel frattempo parla di “colpo di Stato” organizzato attraverso la legge elettorale e rimette mano al referendum sull’euro.
E così Renzi, attraverso facebook, commenta di vedere molte “capriole”: “Sono orgoglioso – ammette – di aver contribuito insieme a tanti altri militanti a evitare l’accordo tra il Pd e i 5 stelle”. Per l’ex segretario, infatti, i grillini “per due mesi hanno fatto i bravi, ‘gli istituzionali’. Oggi capiscono finalmente di non avere i numeri per Palazzo Chigi e quindi sbroccano” e così “sui social tornano gli insulti, le campagne di odio condotte dai finti profili, il giustizialismo”.
Parole che riaprono lo scontro dentro al partito: “La riflessione di Renzi è superficiale e sbagliata” replica il ministro uscente Dario Franceschini, sempre più in prima fila nell’opposizione all’ex segretario. “Proprio il fatto che Grillo e 5 Stelle tornino, fallita una prospettiva di governo e avvicinandosi le elezioni, ai toni populisti e estremisti, dimostra che avremmo dovuto accettare la sfida di un dialogo”. Per Francesco Boccia (area Emiliano) è “l’ennesimo messaggio improvvido”. Ma i renziani non mollano: “Grillo ha una crisi di nervi per i continui fallimenti della strategia Cinquestelle – dice il capogruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci – Accusa il Pd di un colpo di stato per impedire di farli governare, quando sa bene che la loro proposta di legge elettorale li avrebbe portati ad avere almeno 30 parlamentari in meno. Dovrebbe avere l’onesta di tacere in questo momento”.