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Governo, berlusconiani e renziani contro Di Maio: “Non dividerà il centrodestra”, “Abbiamo fatto bene a far saltare intesa”

Le reazioni alla proposta del leader M5s a Salvini sono tutte di esponenti di Forza Italia e dell'ala del Pd vicina all'ex premier (che infatti ritwitta Orfini). Ma anche Monti la pensa come Veltroni: "I democratici dovevano andare al tavolo con i Cinquestelle"

Di Maio ancora oggi ha ripetuto che i “sabotatori” per un possibile governo sono stati Forza Italia da una parte e Partito Democratico dall’altra. Di sicuro c’è che, in attesa del vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli, a scatenarsi contro le parole del capo politico dei Cinquestelle che ha fatto l’ultima offerta a Matteo Salvini ci sono proprio i parlamentari forzisti e renziani. Da una parte i berlusconiani assicurano a tambur battente e come un sol’uomo che il centrodestra è indivisibile. Dall’altra i renziani continuano a ripetere che hanno avuto ragione loro a far saltare il tavolo tra Maurizio Martina e lo stesso Di Maio.

Per Forza Italia partono i due capigruppo Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini. “Ancora una volta – dichiara la Gelmini – Di Maio mette in scena un goffo e reiterato tentativo di dividere il centrodestra”. La Bernini aggiunge: “Basta tatticismi e soprattutto basta veti contro Fi e Berlusconi. Lo spettacolo offerto anche oggi da Luigi Di Maio è inaccettabile e surreale”. Per l’ex presidente del Senato Renato Schifani quella del capo politico dei Cinquestelle è “un’evidente mossa ipocrita che vuole nascondere il fallimento politico dello stesso Di Maio e le sue responsabilità”. Il M5s, aggiunge Schifani, non può pensare “di riversare la colpa dello stallo di questi mesi sul centrodestra e soprattutto di dividerlo. La nostra coalizione è unita e compatta, uscita vittoriosa dalle urne ed è legittimata a chiedere il governo del Paese per dare soluzione alle emergenze economiche e sociali”. Per Andrea Cangini, deputato azzurro ed ex direttore del Quotidiano Nazionale, “Giggino Di Maio ha impiegato due mesi per capire che la pretesa di fare il premier con i voti degli altri era insostenibile. Tra altri due mesi potrebbe capire che il centrodestra è unito e indivisibile. Peccato che i tempi della politica non coincidano con i tempi dell’improvvisazione grillina”.

Le conclusioni sono affidate a Giorgio Mulè, ex direttore di Panorama e portavoce unico dei gruppi parlamentari di Fi, “un nuovo gemello diverso di Luigi Di Maio si è esibito nella quotidiana e spericolata acrobazia politica. Risparmiati gli insulti personali nei confronti dei leader del centrodestra, oggi Di Maio ha offeso oltre 12 milioni di elettori tentando per l’ennesima volta di dividere la coalizione come inutilmente prova a fare da due mesi. Questo circo di dichiarazioni continua a dare uno spettacolo irresponsabile e deprimente mentre l’Italia pretende di avere un governo che affronti immediatamente le emergenze del Paese senza perdere ulteriore tempo con veti posti da saltimbanchi della politica“. Tutte dichiarazioni che provano a minare qualsiasi percorso di dialogo tra Di Maio e Salvini soprattutto perché il leader dei Cinquestelle ha ribadito che Berlusconi deve fare un passo indietro.

Poi ci sono i renziani che sfruttano l’intervista della Annunziata a Di Maio per ribadire che la loro linea del no assoluto è stata la più corretta. “Più Di Maio racconta la sua idea di democrazia – twitta il presidente del Pd Matteo Orfini – più rilancia le sue promesse elettorali, più corteggia Salvini, più io mi convinco che abbiamo fatto bene a impedirgli di diventare premier coi voti del Pd: Lega e M5s sono l’opposto della sinistra”. Una dichiarazione ritwittata quasi subito dall’ex segretario Matteo Renzi. Si aggiungono a stretto giro tutti gli altri consueti coristi col solito copione, come Dario Parrini e Alessia Morani.

Peraltro dopo le critiche dei giorni scorsi di Walter Veltroni, oggi perfino l’ex presidente del Consiglio Mario Monti ha contestato la linea dell’Aventino del Pd: “La mia opinione, espressa a diversi esponenti del Pd – ha detto sempre a Lucia Annunziata a In Mezz’Ora – è che il Pd aveva l’occasione d’oro, nel momento in cui M5s avesse chiesto di sostenere qualcosa con loro, di non dire di no, sedersi al tavolo, ma porre condizioni molto esigenti che siano nell’interesse del Paese ad esempio sul rapporto con l’Europa e i conti pubblici. E invece hanno fatto una pantomima non utile per l’immagine del partito”.