Tra gennaio e marzo 2018 nelle casse dello Stato sono arrivati 97,058 miliardi di euro. La crescita, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è dovuta soprattutto al gettito delle ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui pensionati (+2,5 per cento). In aumento di 359 milioni anche i ricavi dell'Iva, su cui ha influito la norma dello split payment
Nei primi tre mesi del 2018 le tasse hanno portato nelle casse dello Stato 97,058 miliardi di euro. Una crescita del 2,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. A comunicarlo è il ministero dell’Economia e delle finanze. Un risultato, spiegano i tecnici, raggiunto grazie sia alle imposte dirette sia a quelle indirette. I miliardi in più arrivano soprattutto dalle ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui pensionati: la tassa sul reddito ha fatto registrare, infatti, un aumento del 2,5 per cento dell’incasso, pari a 1,087 miliardi di euro in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno. In calo, invece, le entrate tributarie derivanti dalle attività di accertamento e controllo: -57 milioni di euro, pari a una contrazione del 2,9 per cento. Resta da capire se il fenomeno sia dovuto a una diminuzione dei controlli o a un’effettiva riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale.
La crescita complessiva delle entrate nel trimestre gennaio-marzo 2018, sostiene il Tesoro, è dovuta anche a un aumento del gettito derivante dall’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (+57 per cento, con un incremento in termini assoluti di 257 milioni). L’andamento secondo i tecnici del Tesoro sarebbe imputabile al buon andamento dei mercati nel corso del 2017, che ha favorito i ricavi dall’imposta sui risultati della gestione individuale di portafoglio in regime di risparmio gestito, versata nel mese di febbraio. Ma non è tutto. Segno positivo anche per il gettito dell’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione (+38,8% per cento) e per l’andamento dell’Ires, che registra una crescita di 112 milioni di euro.
Per quanto riguarda le imposte indirette (42,586 miliardi di euro nel trimestre) è l’Iva a fare da traino. La tassa sulle vendite è cresciuta di 359 milioni (+1,5 per cento). Di questi, precisa il Ministero, 324 derivano dalla componente relativa agli scambi interni, mentre i restanti 35 milioni affluiscono dal prelievo sulle importazioni. Dati su cui ha influito il buon andamento dello split payment. La norma, che non piace alle imprese e che impone alla pubblica amministrazione di versare direttamente all’erario l’Iva addebitata in fattura dai propri fornitori, ha fatto registrare una crescita del gettito di 267 milioni di euro (+11,5 per cento). Un risultato che però è ancora influenzato dall’avvio dell’ampliamento del sistema avvenuto ad agosto 2017 . “Di conseguenza”, specifica il ministero dell’Economia, “i versamenti mensili dell’anno corrente risulteranno non omogenei, rispetto agli stessi mesi del 2017, fino al mese di agosto”.