“Hai visto il nuovo video di Childish Gambino?”
“No”
“Dai vieni, ti faccio vedere”
“Ma adesso? Lo vedrò dopo, domani, quando capita”
“No, no, vieni adesso”
Domenica 6 maggio, interno sera, una conversazione domestica simile a decine di altre. Solo che, stavolta, nel mezzo ‘balla’ un video di quelli che vale davvero la pena vedere (“l’insistente” della coppia aveva ragione). This is America, di Childish Gambino. Uno dice, “e chi è questo Childish Gambino?”
Childish Gambino è il nome da rapper di Donald Glover, un attore e autore televisivo statunitense tra i migliori in circolazione. È sua la serie Atlanta, storia di un ragazzo con una figlia e pochi soldi che si reinventa manager del cugino, rapper dal futuro incerto. Glover ha 35 anni, è nato in California, ma ad Atlanta ci è proprio cresciuto. Amatissimo negli Usa, è durante la sua ultima apparizione al Saturday Night Live che Donald, anzi Childish Gambino, ha presentato il video di “This is America”. Il video che vale davvero la pena vedere. Quello di cui, a distanza di due giorni e dopo averlo fatto doverosamente decantare, non si può non scrivere qualche riga.
Siamo in un capannone. Lui arriva subito in scena, ballando. Una danza strana, nella quale Glover sembra sexy, poi pazzo, poi ironico. I muscoli si muovono, un tizio suona la chitarra. E Donald che fa? Gli spara un colpo alla testa. Boom. Neanche il tempo di richiudere la bocca e il video va avanti con alcuni ragazzini neri che ballano, vestiti in uniforme. Si torna a un’atmosfera beffarda, surreale. Continua la danza, si sentono le voci di Quavo 21, Savage e Young Thug. Il pezzo è bello, ci si fa prendere, sembra essere tornata l’atmosfera ovattata della primissima scena. Solo che poco dopo Glover trucida un intero coro. Poi si balla ancora, in mezzo a macchine della polizia che bruciano, in mezzo al caos. Ci siamo noi, Glover e la sua danza surreale.
“We just wanna party. Party just for you. We just want the money. Money just for you“, canta Childish Gambino pigliando in giro chi non vuole vedere altro se non la faccia rosa del mondo. E poi, a bruciapelo, “this is America (woo, ayy), don’t catch you slippin’ up (woo, woo)“: questa è l’America, non farti trovare impreparato.
Il video, diretto da Hiro Murai, è stato letto da tanti come una critica efficace alla violenza causata dalle armi. Perché “sono quelle il vero problema dell’America – per dirla con Joe Lansdale – legale o illegale che sia il loro possesso. Perché un fucile come quello usato dal killer non è un’arma da difesa. Non è un’arma da caccia. Ma un’arma da guerra. Pensata per sterminare esseri umani”. E se sei un afroamericano, il discorso vale doppio: Lansdale lo racconta così bene grazie al suo Leonard, personaggio amatissimo dei sui libri.
Ma questo lavoro di Childish Gambino, che con la poetica dello scrittore texano ha molto a che vedere, è anche un attacco a una cultura che mostra senza pudore bambini che muoiono ammazzati e un attimo dopo, un attimo dopo soltanto, altri bambini che ballano ammiccando alla Dea del ‘tutto e subito’. Contraddizioni. America. E ancora, c’è chi legge brano e video come il racconto di quel che fanno i rapper mainstream (o la trap), buoni solo a parlare di soldi, droga e puttane. Vero è che questo video fa comparire sul resto una patina di polvere, lo senti anche tu l’odore di muffa?
Il videoclip di This is America è qualcosa di più dei messaggi che uno cerca di trovarci dentro. “Un’opera ambigua – dice il New Yorker – un mucchio di gente di colore lo odia. Glover ci costringe a rivivere traumi e non ci concede nemmeno un secondo prima di ricominciare a ballare. C’è un inevitabile disprezzo cucito nel tessuto di “This is America””.