Signore e signori, cari amici.
Una lettera per una rivoluzione. D’altra parte i francesi ne sono specialisti: includere il massimo festival nazionale (e del mondo anche se la Mostra veneziana è in fase di sorpasso..) nei moti rivoltosi dell’era 2.0 era una mossa in agguato da qualche tempo, almeno nella testa del patron Thierry Fremaux, sommo sovrano di una direzione artistica dalle parvenze eterne. Con un incipit eccezionalmente cordiale (rara virtù sulla Croisette) si apre una lunga missiva che contiene il sancta sanctorum dei cambiamenti previsti per il Festival di Cannes 2018, edizione 71. Ma attenzione: l’epistola non è per tutti ma solo per l’amata/ odiata, vituperata e sempre meno temuta stampa, ormai sovrapposta ai social media e quindi a chiunque. Dunque si tratta di informazioni più o meno riservate ma che – di fatto – contribuiscono a distillare un decalogo di nuove regole arricchite da breaking news (fornite ieri pomeriggio in una conferenza stampa “emergenziale” tenuta dallo stesso Fremaux) per chi a “le festival” dall’8 al 19 maggio dovrà lavorare o semplicemente gustarsi i migliori film su piazza mondiale.