Il nuovo numero uno del colosso di Wolfsburg, durante un incontro con gli analisti, ha sottolineato la necessità di creare un organismo congiunto europeo per ricerca, sviluppo e produzione di accumulatori per le auto elettriche. Che sia in grado di contrastare la supremazia del sud-est asiatico
La sfida per l’auto del futuro si gioca sulla tecnologia delle batterie per vetture elettriche ed Herbert Diess lo sa bene. Per questo il nuovo grande capo di gruppo Volkswagen sostiene la creazione di un consorzio europeo per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di accumulatori. A catalizzare la volontà di unire le forze con altri giganti del settore c’è lo spauracchio dei rivali asiatici, molto più lanciati in tema di elettrificazione della mobilità ed auto a batteria: basti pensare alle giapponesi Panasonic e NEC, le coreane LG e Samsung e le cinesi BYD e CATL; aziende che fabbricano la maggior parte delle batterie per automobili elettrificate (elettriche e ibride).
Del consorzio delle batterie se n’era iniziato a parlare già alla fine dello scorso anno: “La nostra ambizione è quella di creare una vera filiera europea, una catena di valore che includa anche il riciclo”, aveva spiegato Maros Sefcovic, vice presidente della Commissione Europea. A ottobre c’era stato anche un primo appuntamento fra istituzioni e aziende a cui erano invitati i rappresentati di Renault, Daimler, BASF (gruppo tedesco della chimica), Siemens, Continental AG e Volkswagen. Secondo gli analisti di Bernstein Research, una realtà europea in grado di sostenere i costi di sviluppo e fabbricazione delle batterie per EV costerebbe circa 30 miliardi di dollari.
Nel frattempo, però, VW si sarebbe assicurata tutti i materiali grezzi necessari per coprire la prima fase di elettrificazione della sua gamma di prodotto: la multinazionale tedesca, infatti, ha già selezionato partner e tecnologie per un programma da 40 miliardi di euro, il doppio di quanto preventivato a marzo dall’ex ceo della compagnia, Matthias Mueller. “Queste cifre indicano chiaramente che è necessario riaprire un intenso dialogo sulla capacità di costruzione delle batterie in Europa in alleanza con l’industria”, ha detto Diess agli azionisti durante l’incontro annuale della società, lo scorso giovedì.
VW stima che entro il 2025, anno in cui aspira a vendere 3 milioni di EV, avrà bisogno di comprare batterie per un valore energetico di 150 giga-wattora, del costo di 50 miliardi di euro. “Non possiamo delegare interamente la produzione di batterie ai coreani e ai cinesi”, ha dichiarato Bernd Osterloh, membro del board VW, a Manager Magazin. Per questo Diess ha assicurato che VW si è impegnata “a ottenere il know-how necessario per la tecnologia delle batterie nel Centro di eccellenza a Salzgitter”. L’invito di Diess all’Europa servirebbe in maniera implicita anche a sottolineare all’Unione la necessità di ridurre il costo dell’energia nel vecchio continente, per renderlo competitivo con quello asiatico e rimettere l’industria automotive europea in corsa per l’elettromobilità.