Tempo di Invalsi alla scuola primaria e alla scuola secondaria di secondo grado. Questa settimana 29.773 classi per un totale di 561.770 bambini delle seconde e quarte delle elementari affronteranno le prove di italiano (mercoledì) e matematica (venerdì). Mentre alla scuola secondaria di secondo grado a partire da ieri fino al 19 maggio oltre 543mila ragazzi suddivisi in 26.400 classi delle seconde saranno sottoposti ai test dell’istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione. Due le novità: l’introduzione della prova in inglese e alle superiori le prove su computer proprio come alle medie.
Alla primaria i maestri, invece, riceveranno ancora i fascicoli di carta come gli altri anni. E se alle superiori gli studenti annunciano proteste in tutt’Italia alle elementari a manifestare dubbi sui test Invalsi sono mamme e papà. Angela Nava, presidente del “Coordinamento Genitori Democratici” è dura: “Spesso subiamo l’ansia che ci viene trasmessa dagli insegnanti. Non c’è mai stata una campagna d’informazione da parte di Invalsi nei confronti dei genitori. Viviamo tra gli umori del figlio e della scuola”. Nava ammette che spesso loro non vedono nemmeno i risultati dei test pubblicati sui siti delle scuole e dell’istituto nazionale: “L’Italia da questo punto di vista non ha fatto un solo passo avanti. I genitori spesso ci chiamano per sapere se i figli si possono assentare. Cercano qualche strategia ma nessuno ha capito chi è e cos’è l’Invalsi”. La pensa così anche Sabrina Casini, membro del direttivo nazionale dell’Age, l’Associazione genitori: “Noi non l’abbiamo mai fatta, non ci resta che capire qualcosa in più attraverso i rappresentanti di classe e d’istituto. I docenti ci aiutano molto organizzando corsi pomeridiani per far allenare i bambini. A noi dell’Age arrivano chiamate per chiedere consigli. Sono comunque pochissimi quelli che boicottano tenendo a casa i loro figli. Purtroppo subiamo questa situazione”.
A non abbassare la testa sono gli studenti delle scuole superiori che stanno organizzando una serie di manifestazioni in tutt’Italia per protestare contro l’Invalsi che dal prossimo anno diventerà un requisito obbligatorio per l’ammissione all’esame di Stato: “Vogliono disinnescare – spiega Francesca Picci coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti – il percorso di critica e hanno puntato sulla costrizione. È un ricatto ma non ci bloccheranno. Da qui al 19 maggio faremo assemblee in molte scuole. Non siamo contrari ad una valutazione di sistema ma dovrebbe rispettare gli ordini di studio e non può essere standardizzata. Non crediamo in una valutazione a crocette”. L’Uds annuncia che in molte scuole da Trieste, a Bari, a Napoli, a Torino, a Roma molti ragazzi faranno una sorta di sciopero bianco: “Entreremo in laboratorio ma staremo a braccia conserte”. Difficile stimare in quanti aderiranno alla protesta perché “i dirigenti scolastici ci minacciano. Gli studenti hanno paura. Alcuni pensano che sia già obbligatorio. Abbiamo registrato molto interesse. Sono sempre più i ragazzi che soffrono d’ansia per l’Invalsi e questo non favorisce lo studio e la cooperazione tra gli studenti”.