La trattativa c’è ed è in corso tra Comune di Milano, prefettura e famiglia Cabassi. Nell’aprile del 2015 ci aveva provato Giuliano Pisapia, ma la maggioranza di centrosinistra a Palazzo Marino si era spaccata e la delibera per regolarizzare il Leoncavallo, lo storico centro sociale di Milano in via Watteau dal 1994, era stata stracciata. Ora è il turno dell’amministrazione guidata da Giuseppe Sala, regista, insieme al prefetto, dell’operazione che potrebbe allontanare una volta per tutte il Leonka dal pericolo di uno sgombero. “Il tempo delle polemiche è finito – ha detto il sindaco di Milano – quella del Leoncavallo è una situazione che va accettata”. Una delle idee sul tavolo, da quanto si è appreso, è che venga proposto uno scambio di volumetrie ai proprietari dell’ex cartiera, cioè ai Cabassi. Il tutto dovrà passare dall’approvazione in Consiglio comunale e, a quel punto, lo stabile diventerà di proprietà del Comune. “L’immobile verrà riassegnato attraverso un bando di gara” ha spiegato il sindaco. Dal Leoncavallo c’è la speranza che sia la volta buona: “Aspettiamo questo momento da vent’anni – ha detto uno dei volontari, Paolo Volpato – portiamo avanti le nostre attività con l’autofinanziamento ma sopra di noi pende sempre la spada di Damocle dello sfratto. Il nostro è diventato un servizio alla città”. Il centrodestra, però, promette già battaglia: in Municipio 2 è prevista una commissione per dire no alla regolarizzazione del Leoncavallo. Nel 2015 Riccardo De Corato, oggi assessore alla Sicurezza in Regione Lombardia, aveva visitato lo stabile di via Watteau. “È fuori legge” aveva dichiarato.
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