Nell’immaginario collettivo il Roxy Bar è il luogo della Vita Spericolata declamata da Vasco che tutti abbiamo canticchiato almeno una volta.
Caro Vasco, tu ti riferivi al celebre bar del centro bolognese, un luogo storico di incontro di giovani, di sogni e di speranze. Oggi purtroppo le cronache ci parlano di un altro Roxy Bar, a Roma, in un quartiere periferico dove speranze e sogni sono infranti dalla longa mano della criminalità organizzata. In questo bar il proprietario ha subito un’aggressione da alcuni esponenti del clan Di Silvio, già parenti dei ben noti Casamonica, per non avergli dato la precedenza nell’ordine di servizio. I criminali non hanno risparmiato neanche una ragazza disabile che è accorsa in aiuto dell’uomo che stava subendo un vero e proprio pestaggio. Nel quartiere Romanina di questa vicenda terribile se ne è parlato per 37 giorni, prima che la notizia arrivasse al di fuori: per paura, per incertezza o forse perché “ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi”.
Come Ostia, ci sono altre zone di Roma in cui le organizzazioni di stampo mafioso hanno un controllo ben radicato del territorio, delle attività commerciali e regnano sulla popolazione come oligarchi violenti ed oscurantisti.
Eppure il territorio appartiene ai cittadini, è un bene comune e non di pochi, uno spazio in cui le regole elementari di convivenza, a partire dalla legalità, dovrebbero essere condivise e rispettate.
La domanda che spesso ci facciamo è: come possiamo fare noi, cittadini, a riprendercelo il nostro territorio? Una risposta ce la suggerisce una celebre frase di Giovanni Falcone: “Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ha paura muore una volta sola”, ciò per dire che è nostro dovere esprimere la solidarietà a chi ha il coraggio di ribellarsi alle mafie e i romani possono farlo concretamente: adottiamo il Roxy Bar, andiamo tutti i giorni a prenderci lì un caffè, usciamo dal nostro orticello confortevole per dare un segnale importante. Noi ci siamo, siamo tanti e siamo vicini a chi ha difeso la propria libertà: un caffè per la legalità. Tutti i giorni dovremmo fare una staffetta tra cittadini e non lasciare mai il bar vuoto. Possiamo fare di questo luogo un simbolo di rinascita della legalità e di quel bel sentimento forte e potente, che vince tantissime guerre che si chiama solidarietà.
Per questo, caro Vasco, tu potresti esser il primo a dare un segnale venendo “A bere del whisky al Roxy bar” in via Salvatore Barzilai a Roma. Vorrei che con noi ci fossero tanti amici, che come noi vogliono affermare con determinazione: basta a questo sistema mafioso che invade le nostre città, i nostri spazi, la nostra libertà di scelta.