I pm osservano che affrontò la questione con un tavolo di alto livello tecnico "senza ricevere né allora né successivamente alcuno spunto che potesse o dovesse condurlo ad adottare un atteggiamento più incisivo"
“Nessuna inerzia o lassismo da parte del prefetto” è emersa nelle fasi che precedettero la serata del 3 giugno 2017 a Torino in piazza San Carlo, quando tra la folla che assistenza alla finale di Champions League si scatenò il panico. È quanto scrive la procura nella richiesta di archiviazione del prefetto Renato Saccone dalle accuse di disastro e omicidio colposo. I pm osservano inoltre che affrontò la questione con un tavolo di alto livello tecnico “senza ricevere né allora né successivamente alcuno spunto che potesse o dovesse condurlo ad adottare un atteggiamento più incisivo”.
Saccone fa parte del filone dell’inchiesta, quella per disastro, lesioni e omicidio colposo che riguarda l’organizzazione della serata. Sarà comunque il gip a decidere. Nel registro degli indagati la sindaca, Virginia Raggi, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana con il direttore Paolo Lubbia e la dipendente Chiara Bobbio, l’allora questore Angelo Sanna con due dirigenti, i responsabili e collaboratori di Turismo Torino, la partecipata del Comune organizzatrice della serata-evento. Un mese fa invece erano stati arrestati i giovani componenti accusati di aver usato una spray urticante per poter derubare le persone.
La richiesta di archiviazione per il prefetto Saccone, la cui posizione era già stata stralciata, rientra nelle nuove carte depositate dalla procura nell’ambito dell’inchiesta per il caos davanti al maxischermo che provocò oltre 1.500 feriti, tra cui una donna, la 38enne di Domodossola Erika Pioletti, morta dopo alcuni giorni di agonia. L’atto, notificato anche ad alcune persone offese, ricorda che in materia di pubblica sicurezza il prefetto, a differenza del questore, non ha “una funzione prettamente di indirizzo e coordinamento, non direttamente operativa”.
Uno degli addebiti mossi a Saccone era non avere convocato, in vista della serata del 3 giugno, il Comitato per l’ordine e la Sicurezza pubblica. Saccone, interrogato, ha detto che sono “rare” le disposizioni che impongono il vertice, e tra queste non sono previsti gli spettacoli. Inoltre, il primo giugno “si premurò di convocare una riunione di coordinamento” durante la quale “richiamò l’attenzione al rispetto della circolare del Capo della polizia” sull’organizzazione di grandi eventi. In quell’occasione, nonostante le sue richieste, “nessuno gli segnalò che vi fossero motivi di allarme e nemmeno di preoccupazione” in materia di ordine pubblico.
Il procedimento continua per quindici indagati, tra cui l’ex questore Angelo Sanna, il viceprefetto Roberto Dosio e la sindaca di Torino Chiara Appendino per la mancata ordinanza di divieto di circolazione di bottiglie di vetro, ma gli stessi magistrati ammettono “che la materia è controversa”. Con il deposito degli atti è stato prorogato al 29 maggio il termine entro il quale gli avvocati difensori possono chiedere di svolgere accertamenti, presentare memorie o documenti, fare interrogare i propri assistiti. Secondo le prime informazioni che trapelano da ambienti vicini a Palazzo di Giustizia, le nuove carte riguardano la consulenza tecnica sui residui di spray urticante tra gli abiti di alcuni presenti in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, più un rapporto della Digos, redatto lo scorso 4 maggio, con le analisi di alcuni filmati.