Era solo un dipendente, ma gestiva la Multiservizi di Brindisi – società in house e di proprietà del Comune – come fosse cosa sua. Una proprietà, se così si può dire, messa a disposizione di un politico locale per raccogliere più voti possibili nel periodo del ballottaggio per l’elezione del sindaco della città pugliese nel 2016. Ed è infatti con l’accusa di concussione elettorale che è finito agli arresti domiciliati Daniele Pietanza, 35 anni. I voti dovevano finire a Pasquale Luperti, ex assessore all’Urbanistica, indagato, uomo di fiducia dell’ex primo cittadino di Brindisi, Cosimo Consales finito ai domiciliari il 6 febbraio 2016 per corruzione. Ma Pietanza usava anche dipendenti e mezzi per far riparare il muro del pediatra di fiducia di Luperti o rimuovere la carcassa di un topo morto dalla proprietà di una impegata dell’ufficio provinciale del Lavoro.
L’ex assessore del sindaco ricandidato alle prossime elezioni
L’ordinanza di custodia cautelare, a firma del gip Tea Verderosa, è stata eseguita dagli uomini Digos. Gli investigatori per mesi hanno tracciato spostamenti, analizzato tabulati e ascoltato intercettazioni. In totale sono dodici le persone iscritte nel registro degli indagati dal pm Giuseppe De Nozza. Tra questi lo stesso Luperti, ricandidato alle elezioni del prossimo 10 giugno, nella lista Brindisi popolare, ma come riporta il giudice nell’ordinanza “esponente di una famiglia criminale del brindisino e uomo politico tra i più suffragati alle elezioni amministrative del 2012 e a quelle del 2016, allorquando con poco meno di 1000 voti veniva rieletto consigliere comunale, dopo aver rivestito per quasi quattro anni il ruolo dell’assessore all’Urbanistica su incarico dell’ex sindaco Consales”. Luperti, ricorda il giudice, è figlio di Antonio, “elemento di spicco della Scu, ucciso nel 1998 nel corso delle faide interne”.
I messaggi whatsapp e le pressioni per far votare il candidato sindaco Carluccio
Erano diversi i metodi, secondo la procura, per convincere i dipendenti della Multiservizi a dare la loro preferenza a Luperti e alla candidata sindaca, poi eletta, Angela Carluccio: i messaggi whatsapp inviati esclusivamente con i cellulari di servizio e le pressioni esercitate approfittando del ritardo del pagamento degli stipendi. “Prendiamoci per mano e andiamo a votare il nostro sindaco Angela Carluccio, tutti insieme. Amici miei, votiamo Lino Luperti come consigliere comunale…ok, tutti a votare olè”, il messaggio audio con la voce di un altro indagato, anche lui dipendente, che è arrivato a una cinquantina di colleghi. Ma tra gli atti c’è anche la denuncia di un dipendente a cui Pietanza avrebbe strappato “senza alcun titolo e con forza… l’assegno” dello stipendio, il 17 giugno 2016, quindi 48 ore prima del ballottaggio. L’azienda, con problemi di cassa, era in ritardo con il pagamento degli stipendi, che avrebbero dovuto essere versati entro il 10 di ogni mese. Il 17 giugno, su 28 addetti del verde, 15 avevano chiesto un giorno di ferie e il responsabile aveva autorizzato, assicurando comunque un’aliquota per garantire servizi pubblici essenziali. Nello stesso giorno però erano arrivati i mandati di pagamento e Pietanza, “inspiegabilmente si oppone alla consegna degli assegni, limitatamente alla sola squadra” del responsabile. L’episodio aveva poi scatenato una lite con l’uomo, temuto comunque da molti all’interno della Multiservizi. Società “del tutto fuori controllo perché priva, nella sostanza, di un amministratore capace di governare le dinamiche e il funzionamento perché gestita – sottolinena il giudice – dal dipendente Daniele Pietanza”.
“Questa è una società politica, la politica è sporca”
Consapevole, secondo l’accusa, di quello che faceva, delle minacce perché “questa è una società politica, la politica è sporca” e avendo trasformaro la Bms in “un serbatoio elettorale di Pasquale Luperti”. Alle elezioni la candidata sindaca vince al ballottaggio del 19 giugno 2016 e più esattamente riesce a recuperare, come sottolienea il giudice nell’ordinanza. un “gap di oltre 3.500 voti del primo turno, svoltosi il 5 giugno, rispetto al suo antagonista”, l’imprenditore Nando Marino. Pietanza, secondo chi indaga, aveva detto a una dipendente, vicina al candidato Marino, “se tutto va bene tu di qua tra un mese devi sparire” aggiungendo la frase sulla politica. Gli investigatori non possono non annotare che alla festa per l’elezione della Carluccio partecipa anche Consales accompagnato in macchina al comitato elettorale proprio da Pietanza. Che tra i vari capi di imputazione risponde in concorso con un altro indagato per il furto di sei computer fatti sparire da Palazzo Guerrieri dove doveva nascere un centro multimediale.