Elsa Fornero dice basta all’insegnamento e va in pensione. Ma non per effetto della riforma che porta il suo nome, non valida per i docenti universitari. A 71 anni l’ex ministra del governo Monti smetterà lavorare all’Università di Torino, dove per una quarantina d’anni ha insegnato Economia Politica: “Spero di poter dedicare più tempo alla lettura, di potere curare l’orto, svolgere attività di volontariato e viaggiare di più con mio marito”, ha detto la Fornero in un’intervista al Corriere della Sera.
La madre della norma che ha accelerato l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita smette quindi di lavorare, ma a un’età più avanzata di quella prevista dalla sua stessa riforma: “Perché quella – ha spiegato la Fornero – non ha modificato il limite massimo di età pensionabile dei docenti universitari, che già una decina di anni fa era stato abbassato da 72 a 70 anni”. Ma l’ex ministra avrebbe potuto lasciare prima: “Se fossi andata in pensione subito dopo aver cessato l’incarico di ministro, esattamente cinque anni fa, avrei avuto una pensione più che doppia rispetto a quella che avrò come professoressa, ma ho preferito andare avanti”.
La Fornero si dice disponibile ad aiutare in via formale l’università piemontese, ma esclude un ritorno in politica: “È stata molto coinvolgente, un impegno che ti sottrae tutte le energie e ti carica di responsabilità, in cui spesso ci si sente soli. Vedere attaccata la mia famiglia non mi è piaciuto. Io posso sopportare insulti anche beceri, ma non è giusto prendere di mira chi mi sta accanto”. Per le sue scelte la Fornero è stata molto criticata, in particolare dal leader della Lega Matteo Salvini che ha individuato la riforma promossa dell’ex ministro come uno degli obiettivi principali della propria campagna elettorale, promettendone l’abolizione. Un tema che con ogni probabilità è in queste ore sul tavolo dell’accordo di governo tra Lega e Cinquestelle. “Quella riforma in quel momento era necessaria – ricorda la Fornero – Con il tempo si può realizzare una maggiore flessibilità nell’età di pensionamento, accompagnata da una variazione nella pensione, più alta per chi va in pensione più tardi”.