“Non bisogna pensare alla mafia come si faceva 26 anni fa, quando ci furono le stragi di via d’Amelio e di Capaci. La mafia è cambiata, e per comprenderla al meglio dobbiamo cambiare anche noi”. A dirlo è Don Ciotti, a Cinisi, davanti al casolare in cui Gaetano Badalamenti fece portare il corpo di Peppino Impastato prima di inscenare il finto suicidio sui binari. “Quel ragazzo – ha continuato il fondatore di Libera – oggi vive nei cuori delle migliaia di ragazzi e studenti che non lo dimenticano e che nell’anniversario della morte lo abbracciano rilanciando il suo messaggio di ribellione”.
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