David Goodall, botanico ed ecologista, era stanco di vivere. Se n'è andato circondato dai suoi nipoti in una clinica vicino a Basilea, ascoltando l'Inno alla Gioia di Beethoven. Ieri, in una conferenza stampa davanti a cinquanta giornalisti da tutto il mondo, indossava un maglione con la scritta 'Ageing disgracefully' (invecchiare in modo umiliante)
Aveva 104 anni. Lucido, titolare di una cattedra all’università di Perth, nessuna malattia terminale né depressione profonda. Ma voleva morire, perché la sua qualità di vita era peggiorata in modo significativo. Stava perdendo la vista e l’udito. Così David Goodall, botanico ed ecologista più anziano d’Australia, è morto oggi alle 12.30 in una clinica a Liestal, vicino a Basilea, come aveva richiesto. Perché nel suo Paese il suicidio assistito non è legale. Prima di morire con un’iniezione di Nembutal, un barbiturico che si è iniettato per mezzo di un ago ipodermico, Goodall ha mangiato fish and chips e ha scelto di andarsene ascoltando l’Inno alla Gioia di Beethoven, circondato dai suoi nipoti. “Era tranquillo e voleva che tutto avvenisse il più velocemente possibile”, ha riferito Philipp Nitschke il direttore di Exit International, l’associazione svizzera che lo ha aiutato nel viaggio e nelle pratiche per ottenere il suicidio assistito.
“È una mia decisione, voglio finire la mia vita, e sono grato che sia possibile in Svizzera“, ha detto ieri davanti a cinquanta giornalisti provenienti da Svizzera, Germania, Francia, Regno Unito, Cina, Stati Uniti, Uniti e Australia. Durante la conferenza stampa indossava un maglione con la scritta Ageing disgracefully (invecchiare in modo umiliante), e ha ribadito che secondo lui gli anziani dovrebbero avere il diritto di decidere quando e dove vogliono morire. Ieri, poi, aveva aggiunto che “purtroppo” in Australia non è permesso usufruire di questo tipo di aiuto. Invece della “opzione svizzera” avrebbe preferito morire in patria.
Giunto a Basilea lunedì, Goodall ha incontrato due medici della Fondazione Lifecircle, tra cui uno psichiatra. Entrambi hanno dato il via libera alla procedura d’aiuto al suicidio, secondo quanto riferito dall’organizzazione di aiuto al suicidio Exit citata dai media. Goodall deve recarsi al suo “ultimo appuntamento” domani mattina accompagnato da una stretta cerchia di famigliari. In passato il botanico aveva provato a suicidarsi, ma aveva fallito ed è per questo che ha deciso di rivolgersi ad un aiuto professionale. Secondo Exit, lo scienziato non è il primo australiano che – come molti europei – si è recato nella Confederazione elvetica per morire. Tuttavia, data la durata del volo e gli elevati costi del viaggio è piuttosto raro. L’organizzazione di aiuto al suicidio ha parlato di 40 cittadini australiani che avrebbero usufruito dell’aiuto al suicidio assistito, illegale in Australia fino a quando, lo scorso anno, non lo ha legalizzato lo stato di Victoria. Ma si tratta di una legge che, oltre a entrare in vigore non prima del 2019, interesserà solo i malati terminali con aspettative di vita inferiori ai sei mesi, oltre che in grado di intendere e di volere.
Nel giorno del suo 104esimo compleanno, Goodall – che ha due lauree in Botanica e in Filosofia conseguite negli anni ’30-’40 nella sua natia Inghilterra prima di trasferirsi in Australia – aveva confessato alla tv pubblica australiana Abc: “Provo profondo rammarico per aver raggiunto questa età. Non sono contento. Voglio morire. Per me non è una cosa triste. È più doloroso invece che questo venga impedito”.