Proprio nelle ore in cui a Roma si tratta la nascita di un governo politico, a Milano la famiglia Berlusconi inizia a monetizzare la fine del controllo di Tim da parte di Vivendi. Mediaset ha infatti annunciato di aver stretto un accordo strategico con l’ex monopolista finalizzato a trasmettere i canali in chiaro del Biscione su Tim Vision, la pay tv della compagnia telefonica. L’operazione permetterà al gruppo di Cologno Monzese di incassare poco meno di una cinquantina di milioni su tre anni. Non si tratta di una cifra imponente in mercati ricchi come quelli di media e telecomunicazioni, che secondo gli ultimi dati Agcom valgono rispettivamente 14,7 e 26 miliardi di euro. Non a caso l’intesa non ha avuto bisogno dell’avallo del nuovo consiglio di amministrazione di Tim che si è insediato dopo la vittoria di Elliott, il fondo che aveva finanziato i cinesi nell’acquisto del Milan dalla Fininvest. Tuttavia l’alleanza, definita “strategica” da Tim, apre un nuovo scenario di collaborazione con il gruppo di Cologno Monzese. Con Vivendi nell’angolo e accantonata l’intesa con la francese Canal+, Mediaset può infatti immaginare nuove partnership con l’ex monopolista impegnato a sviluppare la banda ultralarga nel Paese.

Nulla esclude, ad esempio, che l’accordo appena raggiunto possa aprire la strada anche ad una collaborazione sul calcio, tema molto caro a Cologno Monzese. Già a dicembre dello scorso anno, del resto, Tim e Mediaset stavano lavorando ad un’intesa su cinque anni che avrebbe dovuto portare nelle tasche di Mediaset una cifra vicina a 400 milioni. L’accordo avrebbe concesso a Tim la possibilità di trasmettere su banda larga una serie di contenuti in chiaro ed alcuni eventi sportivi offerti da Premium. Ma, alla fine, non se ne fece più nulla. Molto probabilmente anche per via del conflitto di interessi di Vivendi che, pur essendo azionista di Mediaset, ha in corso un pesante contenzioso con il Biscione per il dietrofront sull’acquisto di Premium. Oggi però, con i francesi più defilati, in Tim cambia tutto. Tanto più che da giorni circolano indiscrezioni sulla possibilità che la Cassa Depositi e Prestiti possa acquistare parte delle azioni Tim in mano a Vivendi, attualmente proprietaria di quasi il 24% dell’ex monopolista.

D’altro canto anche lo scenario dei diritti del calcio è in evoluzione. L’estate scorsa la Lega Calcio aveva messo all’asta i diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021 chiedendo almeno 1 miliardo di euro. La cifra ritenuta eccessivamente elevata aveva spinto Mediaset e Tim a restare fuori dalla competizione. In seconda battuta, a gennaio, l’asta della Lega è stata vinta dalla società spagnola Mediapro che, a sua volta, aveva deciso di “riappaltare” diversi pacchetti “chiavi in mano”, cioè comprensivi non solo dell’evento sportivo ma anche di contenuti pre e post partita. L’operazione non era affatto piaciuta a Sky che ha fatto ricorso contro il bando Mediapro, nei giorni scorsi stoppato dal tribunale di Milano. Si è riaperta così la partita per la Serie A, un business molto interessante per Mediaset che, però, non è disposta a sborsare più di 200 milioni. E anche per Tim che, secondo fonti vicine all’azienda, vorrebbe mettere il cappello su alcune partite da trasmettere via internet. Che l’intesa appena annunciata sui contenuti in chiaro fra il Biscione e l’ex monopolista sia l’inizio di una più ampia collaborazione sul calcio? Nella seconda asta di gennaio, Tim e Mediaset hanno presentato offerte separate. Ma ora con i nuovi equilibri nel consiglio di Tim tutto può accadere.

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