Rosa Thaler e Günther Tappeiner sono stati rinviati a giudizio per abuso d’ufficio e truffa ai danni della Regione Trentino Alto Adige. Sono loro gli architetti dei vitalizi d’oro, la legge del 2012 che prevedeva una maxi liquidazione da oltre 90 milioni di euro da dividere tra 130 consiglieri delle Province di Trento e Bolzano. Lo scandalo scoppiò solo nel febbraio 2014, quando venne rese nota la lista con le cifre che i politici stavano cominciando a incassare nel silenzio generale: allora la Regione aveva già sborsato 35 milioni, di cui per ora ne sono rientrati solo sei. La norma riparatoria emanata dopo l’ondata di proteste è stata infatti impugnata da 62 ex consiglieri che non hanno nessuna intenzione di accettare tagli al loro compenso milionario.

L’inchiesta “vitalizi d’oro” che ha portato al rinvio a giudizio dei due principali protagonisti della vicenda è incentrata sui criteri con cui è stato calcolato l’ammontare del generoso anticipo da versare ai politici. Rosa Thaler, allora presidente del consiglio regionale, è la prima firmataria della legge del 2012. Tappeiner, ex presidente di Pensplan, è invece colui che ha curato le consulenze tecniche per l’attualizzazione degli assegni. La norma, paradossalmente nata per tenere sotto controllo la spesa pubblica, prevedeva infatti il dimezzamento dei vitalizi ai consiglieri. Ma concedeva loro un anticipo da incassare subito in base alla sola anzianità: chi ha collezionato maggiori presenze prende di più, arrivando a intascare fino a un milione e mezzo di euro.

Il nodo è proprio come sia stato calcolato questo anticipo. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza che hanno curato l’indagine coordinati dal sostituto procuratore Markus Mayr, i criteri che stabilivano le liquidazioni da versare ai politici erano troppo generosi. In pratica, i maxi-anticipi del vitalizio erano calcolati con un’aspettativa di vita altissima e un tasso di sconto bassissimo. Ecco perché a Thaler e Tappeiner viene contestato il reato di truffa ai danni della Regione: applicando parametri differenti, le cifre da versare sarebbero stati inferiori.

Se i parametri usati siano stati legittimi oppure se vi sia effettivamente stato un danno per le casse regionali sarà stabilito nell’aula del Tribunale di Bolzano a partire dal prossimo 17 settembre. Così a disposto il giudice Andrea Pappalardo che ha invece prosciolto sia Thaler sia Tappeiner dall’accusa di turbativa d’asta, per cui era impuntato anche l’allora direttore di Pensplan Invest sgr, Florian Schwienbacher. E c’è chi è convinto che alla fine il processo dimostrerà come quella legge sui vitalizi d’oro sia “trasparente e legittima”. Lo ha dichiarato al Corriere dell’Alto Adige Franz Pahl, ex consigliere della Südtiroler Volkspartei e leader della battaglia per non restituire quelle maxiliquidazione.

Pahl e altri 61 ex consiglieri regionali hanno infatti impugnato la successiva legge del 2014, nata proprio per mettere una pezza allo scandalo. Quando, grazie a un’interrogazione del consigliere del M5s Filippo De Gasperi, venne reso noto l’ammontare delle maxi-liquidazioni, i partiti corsero ai ripari per frenare la rabbia popolare. A luglio 2014 fu così approvata una nuova legge, che stando alle dichiarazioni avrebbe dovuto mettere fini agli assurdi privilegi, prevedendo il ricalcolo dei vitalizi anche per chi lo aveva già incassato e quindi doveva restituirne una parte.

Tagli che poi si sono rivelati minimi, visto che per esempio Walter Baumgartner a marzo 2017 ha incassato una liquidazione di 652mila euro netti, con una riduzione di appena il 6%. Mentre nel 2016 Eva Klotz, storica leader del partito indipendentista Süd-Tiroler Freiheit e fresca di condanna per vilipendio alla bandiera italiana, ha ricevuto comunque la bellezza di 946mila euro.

Una minoranza si è adeguata a queste nuove condizioni, ma gli altri 62 ex consiglieri hanno invece intrapreso la battaglia giudiziaria. Una strenua difesa dei vitalizi, l’unico tema che riesce a unire quasi l’intero schieramento politico delle due Province autonome, dall’ex governatore di Bolzano Luis Durnwalder fino alla destra italiana. Nel frattempo la Regione attende la restituzione di quei soldi, che una volta tolti ai vitalizi dovrebbero finanziare progetti di intervento economico-assistenziale per le classi più povere della popolazione del Trentino Alto Adige.

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