“Temo che gli italiani non siano consapevoli di dove si stanno dirigendo con il nuovo governo, se si forma. I mercati finanziari potrebbero risvegliarli alle conseguenze. Ho paura che possa essere spiacevole“. Parole che pesano come macigni, quelle lanciate via Twitter dall’ex direttore generale della Bce per le operazioni di mercato, Francesco Papadia e rilanciate a stretto giro dal vicedirettore del Corriere della Sera in un commento sulle paure comunitarie sulla tenuta del debito italiano sotto il braccio del nuovo esecutivo pubblicato dal quotidiano milanese venerdì 11 maggio. E le dichiarazioni tanto programmatiche quanto generiche del leader pentastellato Luigi Di Maio su deficit e flat tax non bastano certo a cancellarle. Tanto più che sempre secondo il Corsera, poi, Papadia non è una voce isolata e sarebbero in molti a chiedersi se anche a Roma si arriverà al “momento Syriza”, come ad Atene nell’estate 2015, e cosa deve accadere perché accada che, sostiene via Solferino, “un governo, sotto la pressione dei mercati e dei risparmiatori, straccia le proprie promesse assurde e si concentra sul risanamento del Paese”.
Quella del Corsera non è certo una voce isolata. A dare ampio al processo di formazione del governo italiano, è per esempio il Financial Times che occupa gran parte della pagina 2 con un articolo di cronaca sui “progressi” dell’alleanza Lega-5 Stelle ed un’analisi sulle conseguenze in Europa di tale intesa. “I partiti populisti vicini a formare un’alleanza”, è il titolo dell’articolo di cronaca che racconta l’avvicinamento tra i due partiti, e sottolinea come sia “considerato il risultato più destabilizzante per l’Eurozona, perché entrambi hanno attaccato le regole Ue di bilancio, la regolamentazione bancaria, gli accordi commerciali e le sanzioni contro la Russia”. L’analisi espande questa tesi, argomentando sulle conseguenze di un governo giallo-verde: “Il duo anti-establishment testerà l’armonia della Ue”, annuncia il titolo. E passa in rassegna tutti i temi controversi che, fin dalla campagna elettorale, hanno messo le due forze in rotta di collisione con la Ue. Anche in politica estera su cui “c’è poco dubbio” che porterà l’Italia “lontana da Bruxelles e Washington e più vicina alle posizioni di Mosca“.