La vittima, Michele Valarioti, 63 anni, è stata uccisa a colpi di fucile a Nicotera. A Limbadi, circa venti minuti prima, sono state ferite davanti a un bar tre persone, una delle quali è imparentata con la persona morta. Nel suo tragitto l'assassino, Francesco Oliveri, è passato davanti a un liceo con il fucile
Due morti e tre persone ferite in due sparatorie avvenute nel pomeriggio di venerdì in due distinte località del vibonese, Limbadi e Nicotera. A colpire è stato Francesco Oliveri, 32enne con problemi psichiatrici, collegato con gli ambienti criminali del vibonese. L’uomo è stato identificato ed è al momento in fuga: a cercarlo ci sono anche gli elicotteri dei “cacciatori di Calabria”.
Secondo una prima ricostruzione, a Nicotera l’omicida ha prima raggiunto la casa di Giuseppina Mollese, 69 anni, dove le ha sparato ferendola. La donna, trasferita in eliambulanza all’ospedale di Catanzaro, è morta in sala operatoria per una grave ferita all’addome. Subito dopo l’uomo è entrato in casa di Michele Valarioti, 63 anni, uccidendolo con un colpo di fucile. Nel tragitto tra le due abitazioni, che distano solo un centinaio di metri, il killer è passato con il fucile imbracciato davanti al Liceo di Nicotera. Gli studenti sono rimasti all’interno della struttura per ripararsi dagli spari.
Circa venti minuti prima tre persone, una delle quali imparentata con la vittima, erano state ferite nel bar della piazzetta di paese a Limbaldi. Uno dei tre sarebbe ferito gravemente al volto. L’uomo che ha sparato, probabilmente la stessa persona di Nicotera, era arrivato a bordo della propria macchina ed entrando in paese avrebbe anche sparato contro un’automobile nella frazione Caroni. Dopo aver esploso un colpo di fucile davanti al locale e un altro all’interno, l’uomo si è allontanato.
I carabinieri della Compagnia di Tropea e del Comando provinciale di Vibo Valentia, che stanno conducendo le indagini, stanno approfondendo proprio questo aspetto per verificare se vi siano legami di altra natura tra le persone finite nel mirino dell’assassino e se lo stesso fosse in qualche modo collegato a loro. Una ricostruzione indispensabile per cercare di capire il movente di un gesto che allo stato appare senza spiegazioni.
Di certo c’è che Limbadi è il regno della cosca Mancuso e la vicina Nicotera è sotto l’influenza mafiosa della stessa famiglia di ‘ndrangheta. Per ora, gli inquirenti non hanno fornito elementi per capire se siamo di fronte a una storia di ‘ndrangheta o al raptus di un pazzo.
Limbaldi è uno dei sette comuni calabresi sciolti per mafia da gennaio 2018. Ed è proprio a Limbaldi che lo scorso 9 aprile le cosche hanno fatto saltare in aria con un’autobomba la macchina con a bordo Matteo Vinci.