Non serve aspettare le prossime politiche né sperare nello scioglimento anticipato delle Camere. Con la riabilitazione concessa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, infatti, venuti meno gli effetti della Legge Severino, Silvio Berlusconi può tornare subito in Parlamento. Grazie ad una norma contenuta nel Rosatellum, la legge elettorale che porta il nome dell’attuale vice presidente di Montecitorio, Ettore Rosato. E che all’articolo 2 (punto 10) recita: “Nel caso in cui rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, un seggio in un collegio uninominale si procede ad elezioni suppletive…”.
Insomma, basterebbe che un qualunque parlamentare di Forza Italia, eletto alle politiche del 4 marzo nella quota maggioritaria, si dimettesse, per rendere necessarie nuove elezioni (solo in quel determinato collegio uninominale). Magari ricompensando lo stoico deputato o senatore, immolato per il ritorno dell’ex Cavaliere in Parlamento, garantendogli un posto al Consiglio Superiore della Magistratura (a breve le Camere eleggeranno i membri laici) o un seggio blindato alle prossime Europee del 2019.
La norma che Berlusconi può sfruttare è un automatismo del sistema maggioritario previsto dal Rosatellum, ma già presente nel vecchio Mattarellum. Che si applica in caso di vacatio, nei soli collegi uninominali, per cause sopravvenute. Come ad esempio la morte o, appunto, le dimissioni dell’eletto. Si tratta in pratica dello stesso meccanismo, tanto per citare un precedente, che permise nel 1997 ad Antonio Di Pietro, un anno dopo la celebrazione delle Politiche del 1996, di di diventare senatore con le suppletive del Mugello.