di Lelio Bizzarri*

Con il Milleproroghe 2018 è stato sancito, per le aziende con un numero di dipendenti compreso tra i 15 e i 35 , l’obbligo di assumere una persona con disabilità anche in assenza di nuove assunzioni a decorrere dal 1° marzo 2018. Contestualmente sono state inasprite le sanzioni amministrative per ogni giorno di ritardo con le quali le aziende si metteranno in regola. A fianco a essi però sono stati previsti anche rimborsi dall’Inail ai datori di lavoro per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, adeguamento delle postazioni lavoro e per la formazione, nonché incentivi consistenti in sgravi sugli oneri previdenziali.

Nonostante gli incentivi siano importanti e sostanziosi, all’indomani dell’entrata in vigore della normativa si sono sollevate molte critiche da parte di Confindustria, delle organizzazioni a rappresentanza delle piccole e medie imprese, nonché delle forze politiche di opposizione. I critici sottolineano come l’obbligo di assunzione contraddica il principio della chiamata nominativa e aggravi di un ulteriore onere le aziende, peraltro indebitamente eluso dagli Enti pubblici e dallo Stato. Critiche a cui hanno fatto eco le rivendicazioni delle associazioni a tutela delle persone con disabilità e le azioni legali dei sindacati per far valere i diritti dei lavoratori diversamente abili, in un rituale muro contro muro tipico del nostro Paese il cui tessuto sociale è frammentato in tante piccoli gruppi di interesse e le dinamiche di conflitto prevalgono sulle logiche di sinergia.

Tuttavia, recentemente si stanno affermando prassi innovative di cooperazione tra aziende, soggetti del terzo settore ed enti pubblici in grado di aprire nuove prospettive alternative al vicolo cieco della disperante guerra tra poveri e della coperta troppo corta. Un esempio è sicuramente il progetto, denominato Social wall2wall, presentato presso lo stabilimento della L’Oreal di Settimo Torinese. Esso consiste in un programma di formazione e inserimento lavorativo al quale al momento stanno partecipando sei lavoratori con disturbo dello spettro autistico promosso dall’associazione no-profit Valemour di Verona, la quale ha dato impulso alla nascita della cooperativa sociale Vale un Sogno 2.

La L’Oreal, oltre a ospitare gratuitamente la sede operativa della cooperativa, ha assegnato anche una commessa a quest’ultima fornendo una reale opportunità lavorativa che consiste in un contratto lavorativo che prevede una retribuzione congrua di 900 euro per 25 ore di lavoro settimanali. Un fulgido esempio di collaborazione efficace tra famiglie, terzo settore ed aziende.

Altra esperienza molto positiva è quella sviluppata dalla Fondazione Il Cireneo Onlus per l’autismo che ha sviluppato il progetto Start autismo anche grazie alle risorse economiche messe a disposizione dal Fondo sociale europeo per l’occupazione e l’inclusione sociale. Esso prevede azioni di tutoring, convenzioni fra la cooperativa sociale di Start autismo e le aziende ospitanti, formazione mirata al datore di lavoro, uso di tecnologie portatili di supporto, supervisione e valutazione degli inserimenti. Il progetto prevede anche la diffusione di una guida per i datori di lavoro che agevoli l’inserimento lavorativo di persone con autismo.

Peculiarità del progetto Start autismo è una concezione dei propri soci come persone che hanno una particolare configurazione neuropsicologica nella quale è possibile rintracciare – oltre alle difficoltà di relazionarsi secondo le normali modalità delle persone comuni – anche tante risorse cognitive che possono dare un contributo maggiore purché correttamente inserite nel contesto organizzativo delle aziende. Ad esempio l’attenzione per i dettagli, la rapidità di calcolo, la capacità di concentrazione, l’approccio metodico, la tensione alla ricerca, la buona memoria di breve e lungo periodo e le eccellenti capacità di assimilazione.

Una tendenza nuova che arriva dal nord Europa e dagli Stati Uniti (vedi il progetto della Ford che nel 2016 ha inserito nello stabilimento di Dearborn nel Michigan cinque persone autistiche) secondo la quale le persone con disabilità, anche intellettiva, con la dovuta preparazione e con i necessari ausili possono dare un contributo determinante nella crescita delle aziende con ricadute positive su tutto il tessuto sociale a partire dai lavoratori stessi e dalle loro famiglie.

* Psicologo e psicoterapeuta

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Ilva, Calenda: “Rottura incomprensibile, populismo sindacale”. Emiliano: “Hai fallito”. Operai in assemblea da lunedì

next
Articolo Successivo

Concorso Inps, il Tar riammette un candidato: “Sbagliata una delle domande della prova scritta”

next