Il leader di Forza Italia aveva presentato l'istanza a marzo, trascorsi tre anni dall'espiazione della pena per frode fiscale scontata in seguito alla condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset. La decisione fa scattare l'estinzione anticipata dell'incandidabilità. Il pg di Milano: "Leggeremo motivazioni e valuteremo appello". L'ex premier resta imputato per il caso Ruby e indagato per le stragi del 1993
A tre anni dall’espiazione della pena per frode fiscale, scontata in affidamento ai servizi sociali, Silvio Berlusconi ha ottenuto la riabilitazione dal tribunale di sorveglianza di Milano. L’ex premier – che resta imputato nel terzo filone del caso Ruby ed è indagato per le stragi di mafia del 1993 – è di conseguenza di nuovo candidabile. La decisione, di cui ha dato notizia il Corriere della Sera, è appellabile in Cassazione da parte della procura generale di Milano ma è immediatamente esecutiva. Vengono meno, dunque, gli effetti della legge Severino che imponeva l’incandidabilità dell’ex cavaliere per sei anni in seguito alla condanna definitiva a quattro anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset arrivata l’1 agosto 2013. Ora Berlusconi avrebbe il diritto di ripresentarsi e correre per la Camera o il Senato. E questa svolta arriva mentre tra M5s e la Lega alleata dell’ex Cavaliere proseguono le trattative per la formazione del nuovo governo che dovrebbe reggersi sulla “astensione benevola” di Forza Italia.
Il fallimento del tentativo – rispetto al quale Berlusconi si è però messo di traverso già venerdì sera paventando “la patrimoniale” in caso di esecutivo gialloverde – determinerebbe il ritorno anticipato alle urne. Tra i primi a commentare la notizia il leader del Carroccio Matteo Salvini, secondo cui “Berlusconi che torna candidabile è una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia“. Nessun commento sulle conseguenze per l’alleanza con Luigi Di Maio. Da Forza Italia però iniziano già a levarsi voci secondo cui “il nuovo presidente del consiglio c’è” e con lui candidabile “l’Italia torna a sperare”.
La decadenza e la frode su 368 milioni – Nel novembre 2013, proprio per effetto della Severino, il Senato ha votato la decadenza dell’ex premier da parlamentare. I legali del leader di Forza Italia Franco Coppi e Niccolò Ghedini avevano presentato l’istanza di riabilitazione il 12 marzo, trascorsi tre anni da quando Berlusconi ha concluso i servizi sociali all’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Con il via libera del tribunale, che si è espresso in camera di consiglio, scatta l’articolo 15 della legge Severino che sancisce: “La sentenza di riabilitazione, ai sensi degli articoli 178 e seguenti del codice penale, è l’unica causa di estinzione anticipata dell’incandidabilità e ne comporta la cessazione per il periodo di tempo residuo”. La frode fiscale dell’ex presidente del consiglio ammontava a 368 milioni di dollari, vuol dire poco più di 2 milioni di dollari l’ora. La condanna, però riguardava “solo” 7,3 milioni di euro, occultati nel 2002 e 2003. Ma altri 6,6 milioni riguardavano il 2001 ed erano stati cancellati dalla prescrizione. In totale, scrivevano i giudici nella sentenza, “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” dal sistema offshore Mediaset sono di almeno “368 milioni di dollari”.
Ma Berlusconi resta imputato per il caso Ruby e indagato per le stragi – La riabilitazione è stata concessa nonostante il patron di Fininvest sia ancora coinvolto nel terzo filone del processo Ruby – e indagato per le stragi del 1993, come possibile mandante occulto degli attentati a Firenze, Roma e Milano, insieme a Marcello Dell’Utri. Nel Ruby ter l’ex premier e quattro olgettine sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano per corruzione in atti giudiziari in relazione a versamenti per 400mila euro effettuati da Berlusconi a favore delle ragazze fino all’ottobre del 2016. Oltre all’espiazione, ricorda il Corriere, per essere riabilitato il condannato dovrebbe aver dato “prove effettive e costanti di buona condotta”. Ma il Tribunale di sorveglianza potrebbe aver seguito l’impostazione della Cassazione, secondo cui i “carichi pendenti“, ossia i procedimenti in corso dopo una richiesta di rinvio a giudizio, come sono quelli in cui è imputato Berlusconi per il caso Ruby ter, ad esempio, non sono automaticamente “ostativi” e non necessariamente “significativi” di una condotta “non buona” dopo l’esecuzione della pena.
Pg Milano: “Leggeremo motivazioni e valuteremo ricorso” – Sempre la Suprema corte potrebbe essere chiamata ad esprimersi sul caso se la procura generale di Milano decidesse di appellare la decisione del tribunale. Il procuratore generale Roberto Alfonso ha spiegato ai cronisti che vuole prima leggere le motivazioni dell’ordinanza dei giudici prima di decidere se fare opposizione: “Leggeremo e valuteremo”, ha detto. Il provvedimento, infatti, non è stato ancora trasmesso alla segreteria della Procura generale, dove dovrebbe arrivare lunedì. Ci sono 15 giorni di tempo per l’opposizione.
Il ricorso alla Cedu ancora pendente – Come è noto è ancora pendente l’altro ricorso presentato dall’ex Cavaliere contro la decadenza da parlamentare: quello davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha tenuto un’unica udienza il 22 novembre scorso. Per la difesa di Berlusconi la legge Severino ha avuto sulla sua posizione giuridica un effetto retroattivo. La decisione è prevista per il prossimo autunno, quando però il leader di FI potrebbe non averne più necessità ai fini dell’agibilità politica, visto che ha ottenuto il parere favorevole del Tribunale di Sorveglianza e in caso di elezioni potrà tornare in campo.
Forza Italia esulta: “Calvario di 5 anni, ora torna in campo” – Lo stato maggiore di Forza Italia esulta. “Parziale giustizia a solenne ingiustizia, aspettando Strasburgo”, commenta su Twitter l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Secondo Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, “Giustizia è fatta. Finalmente il nostro leader Silvio Berlusconi ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano la ‘riabilitazione'”. “Calvario durato 5 anni – aggiunge Gelmini – che non ha permesso al presidente Berlusconi di essere candidato come milioni di italiani gli chiedevano. Ora l’Italia potrà contare ancora di più su di noi”. “La riabilitazione del presidente Berlusconi rende giustizia (tardiva) ad un leader politico e a milioni di elettori che hanno creduto in lui”, afferma Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e consigliere politico dell’ex premier. Entusiasti pure Renato Brunetta – “Berlusconi torna in campo politico a tutto tondo, torna a rappresentare i tanti milioni di italiani che hanno votato Forza Italia e i tanti altri che la voteranno” -, Gianfranco Rotondi, che parla di “restituzione” di Berlusconi “al suo popolo che non ha mai smesso di credere nella utilità del suo contributo al bene del Paese”, e Paolo Zangrillo, secondo cui “la ricandidabilità del presidente Berlusconi rimargina, in parte, una ferita inferta alla democrazia in questo Paese”. Giorgio Mulè scomoda addiruttra “la storia” che “non si scrive con le sentenze, che invece possono avere il potere di deviarla come è successo con l’estromissione di Silvio Berlusconi dal Parlamento. La riabilitazione odierna rimedia tardivamente a un guasto provocato dai rivoli di una sentenza ingiusta nel merito. Ma, da statista qual è, Silvio Berlusconi ha dimostrato ancora in questi giorni di saper scrivere la Storia nonostante l’ingiustizia subita”. L’ex direttore di Panorama spiega poi di aspettare il presidente in Parlamento, nel luogo dove è idealmente rimasto in questi anni grazie al sostegno di milioni di italiani che si riconoscono in lui”.