VICENZA – Il Movimento Cinquestelle non avrà un proprio candidato sindaco a Vicenza. La clamorosa conferma è stata data nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Trissino, sede del Municipio vicentino. L’avvocato Francesco Di Bartolo, candidato alle amministrative del 10 giugno per la successione ad Achille Variati del centrosinistra, ha comunicato ufficialmente che non è arrivato il nulla osta dal M5s per utilizzare il simbolo del movimento. È questa una condizione essenziale perché una lista possa essere incardinata e accettata dall’ufficio elettorale. È stato quindi confermato il sospetto maturato 24 ore prima quando, all’improvviso, dal sito del movimento era scomparsa la città di Vicenza tra le località interessate alla disfida elettorale. Ieri i vertici del M5s nazionale, contattati dal fattoquotidiano.it, non hanno fornito spiegazioni. Fonti interne al M5s avevano spiegato che l’eventuale cancellazione della candidatura di Di Bartolo è legata ai problemi interni al gruppo vicentino.
Ipotesi che si è verificata. E oggi, con accanto l’ex senatore Enrico Cappelletti e il coordinatore della campagna elettorale Daniele Ferrarin, l’avvocato Di Bartolo si è detto sconcertato e addolorato. “Abbiamo depositato le liste per le elezioni amministrative consapevoli che manca un documento fondamentale, che non è arrivato. Abbiamo presentato le liste per due ragioni. La prima è il rispetto dovuto agli elettori di Vicenza, dove alle politiche del 4 marzo il M5s è risultato il secondo partito dopo la Lega superando il 20 percento dei consensi. Allo stesso tempo per rispetto nei confronti degli attivisti, di chi ha firmato la lista e di tutte le persone che sono state coinvolte nei banchetti e nella propaganda elettorale”,
La seconda ragione è un’ipotetica, ma a questo punto improbabile, uscita di sicurezza in extremis da una situazione imbarazzante. “Anche se manca un documento la commissione elettorale potrebbe ammettere la lista se entro lunedì dovesse arrivare il nulla osta all’utilizzo del simbolo. Si tratterebbe di un recupero in zona Cesarini”.
Al di là degli auspici, il giudizio che i grillini vicentini danno di quanto accaduto è molto severo. Continua il candidato Di Bartolo. “Avevamo interessato la piattaforma Rousseau, chiedendo di partecipare alle amministrative. Abbiamo inviato la richiesta via internet e poi tutta la documentazione cartacea per posta ordinaria. Fino ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. Soltanto un silenzio tombale. Avrebbero potuto risponderci, spiegandoci se ci fossero state delle irregolarità o se qualche nome non fosse stato rispettoso delle norme deontologiche del movimento”. L’avvocato ammette solo un dettaglio: “È vero che la nostra domanda è stata presentata il 26 marzo, quando il termine indicato era quello del 20 marzo. Ma si tratta di una prescrizione ordinatoria e non perentoria. E comunque c’era tutto il tempo per comunicarci una eventuale irregolarità di questo tipo. Che non sia mai arrivata una risposta è una grave mancanza di rispetto, tanto più grave se si pensa che la Rete è lo strumento di collegamento utilizzato fra i cittadini e i più alti livelli del Movimento”.
In questo caso la comunicazione non c’è stata. “Appunto, è stata tradita la stessa essenza della Rete, il concetto di dialogo con una realtà che da sempre è impegnata con risultati eccellenti sul territorio”. L’avvocato elenca le battaglie dei grillini. “Da anni siamo impegnato contro l’inquinamento da Pfas, sul tema dell’Alta Velocità, sulle edificazioni selvagge avvenute in città”. Il suo stato d’animo? “Di frustrazione e di dolore, anche se ho ricevuto una valanga di messaggi di solidarietà sui social. Ma questi non bastano di fronte a un silenzio tombale e colpevole”.