In questi giorni sta prendendo forma l’accordo di governo tra M5s e Lega Nord e sono  preoccupato quanto voi: avremo al governo una destra sovranista, il cui leader fino a qualche anno fa diceva che fossimo dei terroni.

Parto dal presupposto che il partito di cui faccio parte ha gestito male i giorni prima del 4 marzo, malissimo quelli dopo. Non credo, come tanti nel mio partito, che non abbiate capito nulla. Oppure che siate elettori di sinistra scesi Marte. Anzi, ero e resto dell’idea che un dialogo tra i Cinque stelle e il Pd sarebbe stato il migliore che si potesse avere in questa fase, che ci è stata consegnata da una legge proporzionale.

Il 4 marzo, entrando in quella cabina elettorale, avete sbarrato un simbolo che secondo voi poteva essere una speranza o una risposta a un vuoto politico intorno, perché questa parte di campo non ha saputo parlare di voi. Ed eravate convinti che il mio partito non ne avrebbe parlato per un bel po’ in futuro. Anche io mi incazzo di fronte al fatto che la sinistra non fa il proprio mestiere. Mentre nelle nostre città, soprattutto al Sud, non ci sono opportunità. E siamo costretti poi ad andare via.  Perché tutto è blindato ed emerge sempre chi ha l’aggancio per farcela, fosse anche mediocre.

Credo queste ultime siano persone che si accontentano di poco: in questi casi, l’ambizione si ferma a quel mondo ovattato che hanno intorno. E vi spiegate come sia possibile, mentre sgobbate – sognando un futuro – tra i banchi di una scuola superiore, all’università o in un mondo del lavoro senza diritti a combattere contro il mondo. Vi credo, perché lo faccio tutti i giorni anche io. Non ho condiviso nel mio partito le tifoserie dei grandi e dei giovani che in questi giorni si sono augurati che il vostro voto – so che siete di sinistra e che forse vi è pesato farlo – non dovesse avere effetto.

E che dovessero esserci le peggiori sciagure per rimpiangere i governi scorsi. Se M5s e Lega faranno un governo, ben venga. A questo punto il Pd dovrà fare un’opposizione seria – sono le regole della democrazia – che non sia conservazione, ma innovazione. Se opposizione sarà difendere ciò che è stato fatto, allora non avremmo capito ciò che voi avete espresso il 4 marzo.  Non è consolatorio e non credo alla logica del “tanto meglio, tanto peggio”, come chi nel mio partito racconta. È impensabile augurarsi il fallimento come se non ci costasse qualcosa. C’è da sperare che le cose non vadano per il peggio: come me, tanti giovani non se lo augurano poiché tra qualche anno dovremo laurearci e magari trovare un lavoro. Dovremo farlo con le nostre forze, poiché non abbiamo chi ci dà una spinta. È un’ingiustizia tutto questo, lo so bene: è stare con le mani nella melma. Una citazione fa così :” La forma più alta di moralità è non sentirsi mai a casa, nemmeno a casa propria”. Teniamo sempre lo sguardo verso i valori e la buona ragione. Da Sinistra.

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