Gerusalemme, apre l’ambasciata Usa. Scontri a Gaza: “59 morti e 2800 feriti”. Turchia e Iran: “Massacro”












L'esercito israeliano ha praticamente raddoppiato i suoi soldati anche intorno all’enclave e in Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele dove sono annunciate proteste. A Gerusalemme sono mobilitati un migliaio di poliziotti israeliani per garantire la sicurezza della cerimonia. La nuova ambasciata, infatti, sarà provvisoriamente ospitata nei locali del consolato americano, in attesa della costruzione di un edificio ad hoc. L'inaugurazione segue il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte di Trump, avvenuto lo scorso 6 dicembre, e giunge in un periodo di alta tensione regionale. La scorsa settimana Trump ha annunciato il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano; e due giorni dopo Israele ha colpito decine di obiettivi iraniani in Siria, in risposta ai presunti razzi lanciati dall'Iran nelle Alture del Golan. Il capo di Al Qaeda Al-Zawahiri chiama alla jihad L’amministrazione Trump ha promesso di riavviare il processo di pace in Medioriente, ma la scelta di trasferire l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme ha infiammato gli animi. E domenica il capo di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha diffuso un video-messaggio in cui chiama alla jihad contro il trasferimento dell’ambasciata Usa, affermando che questa decisione è una prova del fatto che i negoziati e la riconciliazione sono falliti. Un appello riformulato oggi: spostando l’ambasciata Usa a Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "ha svelato il vero volto della moderna crociata. Con lui non funziona la pacificazione ma solo la resistenza tramite il jihad". Netanyahu a Trump: "Grazie per aver mantenuto la promessa" "Non abbiamo migliori amici al mondo che gli Usa", ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la cerimonia. "Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa", ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione Usa e al presidente Trump. "Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata. Eravamo a Gerusalemme e - ha proseguito tra gli applausi - siamo qui per restarci". È stato un discorso appassionato quello di Netanyahu, anche di carattere personale. Il premier ha ricordato che il rione dove viene ora aperta l’ambasciata degli Stati Uniti in passato era pressoché disabitato perché molto vicino alla linea di cessate il fuoco con la Giordania. "Io avevo tre anni, mio fratello Yoni ne aveva sei. Quando andavamo nei campi, mia madre ci diceva di fare attenzione perché potevano esserci cecchini o esplosivi. Questo avveniva allora - ha proseguito il premier - mentre oggi viene qui aperta l’ambasciata del Paese più potente al mondo. Che grande differenza". Netanyahu ha poi concluso così il suo discorso: "Questo è un gran giorno per la pace. La pace e la verità sono connesse. Non si può edificare la pace se non sulla base della verità. E la verità è che Gerusalemme è la capitale di Israele". Le reazioni internazionali "Il regime israeliano massacra innumerevoli palestinesi a sangue freddo durante una protesta nella più grande prigione a cielo aperto. Nel frattempo, Trump celebra il trasferimento illegale dell’ambasciata Usa ed i suoi collaboratori arabi cercano di distogliere l’attenzione" scrive il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif su Twitter. Anche la Turchia commenta duramente: "L'amministrazione americana è responsabile tanto quanto Israele di questo massacro", ha detto il portavoce Bekir Bozdag, aggiungendo che gli incidenti sono stati causati da "decisioni ingiuste e illegali". E il ministero degli Esteri del Qatar chiede attraverso una nota - diffusa dall'agenzia stampa Qna - l'intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il ruolo di Gerusalemme nei negoziati di pace I festeggiamenti in Israele sono cominciati già domenica, quando in migliaia hanno marciato per le strade di Gerusalemme - alcuni sventolando bandiere Usa - per celebrare il 'Jerusalem Day', cioè la festività annuale di quella che lo Stato ebraico definisce la "riunificazione" della città a seguito della Guerra dei sei giorni del 1967. Israele occupò la Cisgiordania e Gerusalemme Est nel 1967 e successivamente annesse la parte della città con una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale. I palestinesi, invece, martedì commemorano la 'Nakba', cioè la 'catastrofe' che per loro ha rappresentato la proclamazione di Israele, con l’esodo di oltre 700mila palestinesi fuggiti o espulsi dalle terre un tempo di loro proprietà. Ma le tensioni fra Israele e Palestina sono aumentate già dal 30 marzo, quando la Striscia di Gaza è diventata teatro della cosiddetta "Grande marcia del ritorno", la manifestazione lanciata da Hamas per ottenere il 'diritto al ritorno' dei rifugiati. Nella disputa fra i due Paesi la comunità internazionale si è sempre espressa a favore dei negoziati di pace. Ma Trump, con la dichiarazione di Gerusalemme come capitale di Israele, ha di fatto rotto questa tradizione. Il tycoon sostiene che la sua decisione rende più vicina la pace perché toglie il "tema Gerusalemme" dal tavolo delle trattative. Molti hanno sottolineato invece che in cambio di questa concessione lo Stato ebraico non ha offerto nulla in cambio.Big day for Israel. Congratulations!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 14 maggio 2018