Roma, 28 mar. (Adnkronos) - "Le decisioni in sede Ue non sono più rinviabili", ha detto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a proposito della difesa europea. Per le opposizioni con l'intervista oggi al Financial Times la premier Giorgia Meloni non ha ulteriormente rinviato, se non altro, la decisione per quale squadra giocare: quella di Trump e Musk, attaccano dal centrosinistra. Nell'intervista al quotidiano americano, la prima a una testata straniera da quando è a palazzo Chigi, la presidente del Consiglio dice che sarebbe "infantile" scegliere tra Usa e Europa.
Ma il passaggio che ha fatto scattare una batteria di critiche dalle opposizioni è stato quello in cui Meloni si è schierata con JD Vance, protagonista di attacchi durissimi verso l'Ue. Il vicepresidente Usa lo aveva fatto già in occasione della Conferenza di Monaco e anche allora Meloni lo aveva sostenuto, nell'intervento davanti alla platea della convention dei conservatori americani. Oggi lo ha fatto di nuovo, dopo i 'parassiti' dedicato da Vance agli europei nella famosa chat.
Dal Pd soprattutto, con la segretaria Elly Schlein in testa, le critiche arrivano a raffica. "Giorgia Meloni ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano. Anzi, quello di Trump e Musk", attacca Schlein. Altro che pontiera. Per la segretaria Pd "il governo Meloni si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione Europea". Ed è "un problema enorme per l’interesse nazionale italiano se la presidente del consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio". Sarcastico Giuseppe Conte: "La premier – dopo i bacetti da Biden a suon di invii di armi - ora manda cuoricini a Trump sui giornali internazionali sperando di farsi ricevere anche lei alla Casa Bianca. Che brutta fine i 'patrioti'...".
E c'è anche la questione dazi in ballo. Rincara Schlein: "E' agli italiani che Giorgia Meloni dovrà spiegare perché ha scelto Trump come 'primo alleato', quando il prossimo 2 aprile entreranno in vigore i dazi Usa del 25% sulle nostre merci, sulle nostre eccellenze, che pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie italiane". Il responsabile Economia dem, Antonio Misiani, la mette così sui social: "La strategia verso Trump illustrata da Giorgia Meloni al Financial Times è molto semplice. Inginocchiarsi e sperare nella clemenza del (presunto) amico Donald". Ed ancora Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni ha finalmente preso posizione. Ha scelto di schierarsi con gli Stati Uniti, accettando supinamente le offese e addossando ogni colpa alla classe dirigente europea. Questa presa di posizione è sconcertante".
Per Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra c'è un solo un modo per definire la presa di posizione di Meloni: "anti-italiana e anti-europea, una vergogna". E aggiunge: "È solo una vassalla di Trump la presidente del Consiglio Meloni, che in un'intervista scandalosa al Financial Times è arrivata a sostenere che Trump e il suo vice Vance hanno ragione nelle critiche espresse nei confronti dell'Europa, definendo gli europei — e quindi anche gli italiani — dei parassiti".
Poi a scaldare ancora di più le polemiche è arrivato il post di Matteo Salvini che, dice, tra Trump e Macron-Von der Leyen non ha dubbi da che parte stare, quella del tycoon ovviamente. Commenta Riccardo Magi: ''Matteo Salvini oggi annuncia che l'Italia esce dall'Europa schierandosi con gli Usa di Trump e, contemporaneamente, caccia Meloni da Palazzo Chigi e Tajani dalla Farnesina autoproclamandosi rappresentante unico del governo italiano nei rapporti con l'amministrazione americana, tanto da pianificare una visita di Stato negli Usa. In pratica, una Italexit e una Melonexit in un solo Tweet".