È possibile immaginare l’universo come una meravigliosa sinfonia, nascosta nelle pieghe più intime della materia. Ogni suo mattoncino di base, ogni sua particella elementare è in realtà come una corda di violino, minuscola, invisibile anche al più sensibile degli strumenti scientifici, almeno per il momento. E, come un violino produce suoni diversi a seconda del modo in cui è pizzicato, così le vibrazioni di queste minuscole corde sarebbero alla base di tutto ciò che ci circonda, essere umani compresi. Ma anche molto di più, come dimensioni extra rispetto alle tre di spazio e alla quarta di tempo cui siamo abituati. O persino universi multipli, immersi in uno spazio a più dimensioni, come un arcipelago di isole sparse nell’oceano. È lo scenario squadernato dalla Teoria delle stringhe, che ha affascinato, e allo stesso tempo tormentato, per decenni fisici e matematici. Ideata esattamente mezzo secolo fa, nel 1968, dal fisico teorico italiano Gabriele Veneziano del Cern di Ginevra, per molti scienziati è l’ambita Teoria del tutto, inseguita dai più grandi fisici contemporanei: da Albert Einstein a Stephen Hawking. Una teoria in grado di mettere d’accordo due mondi che al momento fanno fatica a dialogare senza azzuffarsi: quello dell’infinitamente grande popolato da stelle e galassie, descritto dalla Relatività Generale, e quello dell’infinitamente piccolo fatto di atomi e particelle, governato invece dalla meccanica quantistica.
In questi primi giorni di maggio Gabriele Veneziano è a Firenze, dove il Galileo Galilei Institute – centro nazionale di studi avanzati per la fisica teorica parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) – con il supporto di Università di Firenze e Infn ospita un convegno internazionale per celebrare i 50 anni della Teoria delle stringhe. Il Fattoquotidiano.it lo ha raggiunto in occasione della conferenza “Spazio, tempo, materia: come cambia la comprensione dell’universo”, in cui lo scienziato illustra al grande pubblico la sua teoria e le sue molteplici implicazioni.
Come cambia la nostra comprensione dell’universo con le stringhe?
Nella mia conferenza parlo di rivoluzione delle stringhe. E uso questo termine non a caso, perché questa teoria ha introdotto un nuovo paradigma, un nuovo modo di guardare l’universo. A livello fondamentale non ci sono più particelle puntiformi, ma stringhe estese che vibrano, e che rappresentano la cosa più elementare possibile, come l’atomo indivisibile degli antichi Greci. A modi di vibrazione diversi, come per le differenti note musicali, corrispondono tutte le particelle conosciute.
Come fanno queste corde a mettere insieme galassie e atomi?
Alcune vibrazioni delle stringhe corrispondono a particelle che non siamo ancora riusciti a osservare direttamente, come la particella mediatrice della forza di gravità, il cosiddetto gravitone, l’equivalente del fotone per la forza elettromagnetica. È proprio il fatto che la teoria preveda anche l’esistenza del gravitone, descrivendone le caratteristiche, a renderla un ottimo candidato a fare da cerniera tra macrocosmo, regno della Relatività, e micromondo, dominato da un guazzabuglio di particelle.
Ma le sorprese della sua teoria non finiscono qui: negli anni ci ha regalato anche la possibile esistenza di dimensioni extra
La teoria delle stringhe è molto rigida, non ammette scorciatoie e, per funzionare, ha bisogno di 6 nuove dimensioni. Sono, però, talmente piccole e arrotolate su se stesse da non essere direttamente osservabili. Un po’ come quando guardiamo da lontano un cavo e ci appare come una linea retta di una sola dimensione, sebbene abbia una struttura cilindrica a più dimensioni. Ma la teoria delle stringhe ammette anche un’altra possibilità sul modo di concepire l’universo in cui viviamo.
Quale?
La teoria descrive un universo confinato in una sorta di membrana tridimensionale, immersa in uno spazio a più di tre dimensioni. In queste dimensioni supplementari è in grado, però, di avventurarsi solo la forza gravitazionale.
Per questo la gravità è così debole rispetto alle altre forze della natura, tanto che un magnete può sollevare una graffetta da un tavolo nonostante l’attrazione esercitata da tutta la Terra?
È uno dei misteri ancora irrisolti della fisica contemporanea. La gravità potrebbe apparire più debole perché sarebbe come ‘diluita’ in più dimensioni.
Ma con le stringhe, oltre alle dimensioni, anche il numero di universi si moltiplica
In regioni diverse dello spazio potrebbero esserci soluzioni diverse alle equazioni della Teoria delle stringhe, ognuna delle quali corrisponderebbe a un universo a sé, a mondi diversi. È un problema ancora aperto. L’ultimo studio di Hawking, scomparso il 14 marzo 2018, tende ad esempio a semplificare il quadro riducendo il numero di possibili universi. Tutto dipende da com’è nato il cosmo, dalle condizioni iniziali che hanno dato luogo al Big Bang. Nella cosmologia moderna, ad esempio, il Big Bang non ha più nulla a che vedere con l’inizio del tempo.
La sua teoria si spinge, infatti, a sbirciare anche prima del Big Bang, che non sarebbe quindi l’inizio di tutto. In questo caso, cosa ci sarebbe stato prima?
Mi permetta una battuta: per scoprirlo ci vorrebbe un indovino! Se e quando il nostro universo ha avuto inizio, è una domanda alla quale, infatti, non sappiamo ancora rispondere. Ma negli ultimi trent’anni c’è stato un cambiamento importante nella descrizione della sua storia. La teoria delle stringhe, ad esempio, preferisce un universo che non ha avuto un inizio vero e proprio, ma piuttosto un rimbalzo da un altro universo, che noi fisici chiamiamo “Big Bounce”. Questo rimbalzo potrebbe emettere onde gravitazionali primordiali, diverse da quelle che sono state catturate per la prima volta negli ultimi due anni, ma che potrebbero aver lasciato come una ‘traccia fossile’ nell’universo. Onde primordiali che un giorno, grazie a nuove antenne più sensibili di quelle attuali, potremmo essere in grado di ascoltare.
Potrebbe essere il tanto atteso battesimo sperimentale alla sua teoria. I detrattori la considerano, infatti, poco scientifica perché priva di necessari riscontri. Cosa risponde loro?
Sono d’accordo che una teoria debba essere provata, ma trovo ingiusto considerare la teoria delle stringhe alla stregua di una speculazione filosofica. È, infatti, in linea di pricipio falsificabile. Purtroppo, non è stata ancora analizzata con la dovuta precisione per poterla mettere alla prova.
Come ci si sente ad aver avuto un’idea che potrebbe riuscire laddove anche Einstein ha fallito: essere una Teoria del tutto?
Sono molto soddisfatto e sorpreso nel vedere quanta strada ha fatto la teoria delle stringhe, partendo da un piccolo lavoro di ormai 50 anni fa. Non era certo nelle mie intenzioni iniziali pensare a una Teoria del tutto.
Quale futuro prevede per la Teoria delle stringhe?
Ci sono molti giovani entusiasti di questi particolari sviluppi della fisica. Sono molto preparati, ad esempio dal punto di vista matematico, più degli scienziati della mia generazione. Come fisici, il nostro obiettivo è capire la natura. Penso che grazie a questi giovani studiosi ci siano buone chances per la teoria delle stringhe di superare lo scoglio della prova sperimentale, malgrado le numerose difficoltà, soprattutto tecniche, che si devono ancora affrontare.
Scienza
I primi 50 anni della Teoria delle stringhe, l’ideatore: “Rivoluzione fatta di dimensioni extra e universi multipli”
È possibile immaginare l’universo come una meravigliosa sinfonia, nascosta nelle pieghe più intime della materia. Ogni suo mattoncino di base, ogni sua particella elementare è in realtà come una corda di violino, minuscola, invisibile anche al più sensibile degli strumenti scientifici
È possibile immaginare l’universo come una meravigliosa sinfonia, nascosta nelle pieghe più intime della materia. Ogni suo mattoncino di base, ogni sua particella elementare è in realtà come una corda di violino, minuscola, invisibile anche al più sensibile degli strumenti scientifici, almeno per il momento. E, come un violino produce suoni diversi a seconda del modo in cui è pizzicato, così le vibrazioni di queste minuscole corde sarebbero alla base di tutto ciò che ci circonda, essere umani compresi. Ma anche molto di più, come dimensioni extra rispetto alle tre di spazio e alla quarta di tempo cui siamo abituati. O persino universi multipli, immersi in uno spazio a più dimensioni, come un arcipelago di isole sparse nell’oceano. È lo scenario squadernato dalla Teoria delle stringhe, che ha affascinato, e allo stesso tempo tormentato, per decenni fisici e matematici. Ideata esattamente mezzo secolo fa, nel 1968, dal fisico teorico italiano Gabriele Veneziano del Cern di Ginevra, per molti scienziati è l’ambita Teoria del tutto, inseguita dai più grandi fisici contemporanei: da Albert Einstein a Stephen Hawking. Una teoria in grado di mettere d’accordo due mondi che al momento fanno fatica a dialogare senza azzuffarsi: quello dell’infinitamente grande popolato da stelle e galassie, descritto dalla Relatività Generale, e quello dell’infinitamente piccolo fatto di atomi e particelle, governato invece dalla meccanica quantistica.
In questi primi giorni di maggio Gabriele Veneziano è a Firenze, dove il Galileo Galilei Institute – centro nazionale di studi avanzati per la fisica teorica parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) – con il supporto di Università di Firenze e Infn ospita un convegno internazionale per celebrare i 50 anni della Teoria delle stringhe. Il Fattoquotidiano.it lo ha raggiunto in occasione della conferenza “Spazio, tempo, materia: come cambia la comprensione dell’universo”, in cui lo scienziato illustra al grande pubblico la sua teoria e le sue molteplici implicazioni.
Come cambia la nostra comprensione dell’universo con le stringhe?
Nella mia conferenza parlo di rivoluzione delle stringhe. E uso questo termine non a caso, perché questa teoria ha introdotto un nuovo paradigma, un nuovo modo di guardare l’universo. A livello fondamentale non ci sono più particelle puntiformi, ma stringhe estese che vibrano, e che rappresentano la cosa più elementare possibile, come l’atomo indivisibile degli antichi Greci. A modi di vibrazione diversi, come per le differenti note musicali, corrispondono tutte le particelle conosciute.
Come fanno queste corde a mettere insieme galassie e atomi?
Alcune vibrazioni delle stringhe corrispondono a particelle che non siamo ancora riusciti a osservare direttamente, come la particella mediatrice della forza di gravità, il cosiddetto gravitone, l’equivalente del fotone per la forza elettromagnetica. È proprio il fatto che la teoria preveda anche l’esistenza del gravitone, descrivendone le caratteristiche, a renderla un ottimo candidato a fare da cerniera tra macrocosmo, regno della Relatività, e micromondo, dominato da un guazzabuglio di particelle.
Ma le sorprese della sua teoria non finiscono qui: negli anni ci ha regalato anche la possibile esistenza di dimensioni extra
La teoria delle stringhe è molto rigida, non ammette scorciatoie e, per funzionare, ha bisogno di 6 nuove dimensioni. Sono, però, talmente piccole e arrotolate su se stesse da non essere direttamente osservabili. Un po’ come quando guardiamo da lontano un cavo e ci appare come una linea retta di una sola dimensione, sebbene abbia una struttura cilindrica a più dimensioni. Ma la teoria delle stringhe ammette anche un’altra possibilità sul modo di concepire l’universo in cui viviamo.
Quale?
La teoria descrive un universo confinato in una sorta di membrana tridimensionale, immersa in uno spazio a più di tre dimensioni. In queste dimensioni supplementari è in grado, però, di avventurarsi solo la forza gravitazionale.
Per questo la gravità è così debole rispetto alle altre forze della natura, tanto che un magnete può sollevare una graffetta da un tavolo nonostante l’attrazione esercitata da tutta la Terra?
È uno dei misteri ancora irrisolti della fisica contemporanea. La gravità potrebbe apparire più debole perché sarebbe come ‘diluita’ in più dimensioni.
Ma con le stringhe, oltre alle dimensioni, anche il numero di universi si moltiplica
In regioni diverse dello spazio potrebbero esserci soluzioni diverse alle equazioni della Teoria delle stringhe, ognuna delle quali corrisponderebbe a un universo a sé, a mondi diversi. È un problema ancora aperto. L’ultimo studio di Hawking, scomparso il 14 marzo 2018, tende ad esempio a semplificare il quadro riducendo il numero di possibili universi. Tutto dipende da com’è nato il cosmo, dalle condizioni iniziali che hanno dato luogo al Big Bang. Nella cosmologia moderna, ad esempio, il Big Bang non ha più nulla a che vedere con l’inizio del tempo.
La sua teoria si spinge, infatti, a sbirciare anche prima del Big Bang, che non sarebbe quindi l’inizio di tutto. In questo caso, cosa ci sarebbe stato prima?
Mi permetta una battuta: per scoprirlo ci vorrebbe un indovino! Se e quando il nostro universo ha avuto inizio, è una domanda alla quale, infatti, non sappiamo ancora rispondere. Ma negli ultimi trent’anni c’è stato un cambiamento importante nella descrizione della sua storia. La teoria delle stringhe, ad esempio, preferisce un universo che non ha avuto un inizio vero e proprio, ma piuttosto un rimbalzo da un altro universo, che noi fisici chiamiamo “Big Bounce”. Questo rimbalzo potrebbe emettere onde gravitazionali primordiali, diverse da quelle che sono state catturate per la prima volta negli ultimi due anni, ma che potrebbero aver lasciato come una ‘traccia fossile’ nell’universo. Onde primordiali che un giorno, grazie a nuove antenne più sensibili di quelle attuali, potremmo essere in grado di ascoltare.
Potrebbe essere il tanto atteso battesimo sperimentale alla sua teoria. I detrattori la considerano, infatti, poco scientifica perché priva di necessari riscontri. Cosa risponde loro?
Sono d’accordo che una teoria debba essere provata, ma trovo ingiusto considerare la teoria delle stringhe alla stregua di una speculazione filosofica. È, infatti, in linea di pricipio falsificabile. Purtroppo, non è stata ancora analizzata con la dovuta precisione per poterla mettere alla prova.
Come ci si sente ad aver avuto un’idea che potrebbe riuscire laddove anche Einstein ha fallito: essere una Teoria del tutto?
Sono molto soddisfatto e sorpreso nel vedere quanta strada ha fatto la teoria delle stringhe, partendo da un piccolo lavoro di ormai 50 anni fa. Non era certo nelle mie intenzioni iniziali pensare a una Teoria del tutto.
Quale futuro prevede per la Teoria delle stringhe?
Ci sono molti giovani entusiasti di questi particolari sviluppi della fisica. Sono molto preparati, ad esempio dal punto di vista matematico, più degli scienziati della mia generazione. Come fisici, il nostro obiettivo è capire la natura. Penso che grazie a questi giovani studiosi ci siano buone chances per la teoria delle stringhe di superare lo scoglio della prova sperimentale, malgrado le numerose difficoltà, soprattutto tecniche, che si devono ancora affrontare.
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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "Non mi aspetto che altri seguano passivamente quanto detto da noi a Orvieto (...) però mi porrei almeno la domanda perché questi due convegni hanno fatto parlare molto. Non sarà perché c’era un eccessivo silenzio autocompiaciuto sul relativo rafforzamento del Pd in un gioco a somma zero col Movimento Cinque Stelle che al momento non rende comunque le opposizioni competitive per il Governo nazionale?". Lo dice Stefano Ceccanti in un'intervista a Formiche.
Quanto alla costruzione di una coalizione Ceccanti osserva: ". Le culture politiche del centrosinistra, pur separate per decenni dalla Guerra Fredda, erano più facilmente sommabili allora perché si erano progressivamente avvicinate. Non è invece così semplice sommare gli elettorati delle odierne forze di opposizione perché il M5S è sorto come movimento di opposizione all’intero sistema dei partiti e, anche qualora vi siano intese di vertice, non è detto che il messaggio riesca a passare".
"Però non esistono trucchi rispetto a un tentativo che va esperito di formulare in positivo un’ipotesi di Governo senza reticenze e avendo un rapporto risolto con le proprie esperienze passate di guida del Paese e di corresponsabilità nelle istituzioni europee. Il passato non è riproponibile, ma siamo chiamati a fare opposizione al Governo Meloni, non a quelli di Renzi e Gentiloni. In questo senso il passaggio referendario sul jobs act, a cui opporsi, sarà un test significativo".
Milano, 4 feb. (Adnkronos) - "Ha vinto il progetto migliore". E' questo il senso delle dichiarazioni rese davanti al gip di Milano Luigi Iannelli dagli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi indagati per turbativa d'asta perché, in qualità rispettivamente di presidente e commissario della giuria, avrebbero scelto - in conflitto di interesse, secondo la procura - il progetto vincitore per la realizzazione della Beic, la Biblioteca europea di Informazione e Cultura che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria.
Nell'interrogatorio preventivo conseguente alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura, "entrambi hanno risposto a tutte le domande", secondo le indiscrezioni e hanno consegnato, nonostante l'interrogatorio sia durato circa un'ora e mezza per ciascun indagato, una memoria al giudice e ai pm Paolo Filippini e Giancarla Serafini. Meno risposte, ma una memoria scritta è stata presentata anche da Pier Paolo Tamburelli (così come dai due indagati per cui è stata chiesta la misura interdittiva), considerato dalla procura il "collettore tra Boeri e Zucchi e gli studi Onsitestudio e Baukuh vincitori del bando".
Sia Zucchi che Boeri hanno negato incontri con personaggi coinvolti nel bando di gara e hanno rimarcato la competenza nello scegliere, in pieno anonimato, il progetto migliore. Una valutazione di merito su cui non ha inciso la conoscenza di alcuni professionisti dei numerosi studi internazionali di architettura partecipanti. La decisione del gip è attesa nei prossimi giorni: già nel fine settimana o entro il termine di dieci giorni.