Un altro incidente coinvolge un'auto a batteria dell'azienda di Elon Musk, che nello Utah ha tamponato un mezzo dei vigili del fuoco. Non ci sono vittime, per fortuna. La polizia indaga per sapere se il sistema di guida semi-automatica era inserito
Altro schianto per una vettura Tesla, altro giro sulle pagine dei principali quotidiani mondiali: bisogna ammettere che la marca americana è decisamente sotto la lente di ingrandimento nell’ultimo periodo. Questo perché, spesso e volentieri, gli incidenti che coinvolgono le auto di Elon Musk sono causati da malfunzionamenti del sistema di guida semiautonoma o presunti tali, come in questo caso. Da qui la moltitudine di dubbi di pubblico e critica circa l’adeguatezza del pilota automatico per auto e sulla sua effettiva maturità.
L’ultimo sinistro in ordine di tempo di è verificato nello Utah (Usa) ed ha coinvolto una Model S che, probabilmente, aveva la funzione di guida semi-autonoma inserita ed è finita per schiantarsi addosso a un camion dei vigili del fuoco fermo a un semaforo. Insomma, un bersaglio bello grosso, difficile da non vedere anche per un occhio elettronico. A quanto pare, l’auto (o il guidatore) non ha frenato per tempo, facendo strage di lamiere: indagini più approfondite stabiliranno “chi” fosse effettivamente al volante (il driver in carne e ossa o quello virtuale). Tuttavia, va detto, non ci sono state vittime.
Ora la Polizia è al lavoro per capire se l’Autopilot fosse attivo o meno al momento dell’incidente e sul sinistro è stata aperta un’inchiesta. È già la seconda volta che una Tesla centra in pieno un mezzo dei vigili del fuoco: all’inizio dell’anno un’altra Model S si era “accartocciata” dietro a un camion, fermo nella corsia di emergenza coi lampeggianti accesi; in quel caso il guidatore aveva ammesso che la funzione “Autopilot” era attiva. Due incidenti che hanno delle indubbie similitudini: coinvolgono lo stesso modello, un camion dei vigili del fuoco e si sono verificati a velocità di marcia estremamente simili, con gli stessi esiti. Senza contare il sinistro che, lo scorso marzo, ha causato una vittima: la vettura interessata era una Model X.
Nonostante il nome sia effettivamente fuorviante, la casa madre ha sempre precisato che, quando la funzione “autopilot” è attiva, il guidatore deve rimanere vigile e concentrato su ciò che avviene sulla strada. Ma, evidentemente, non va sempre così. L’attenzione mediatica sugli incidenti che coinvolgono le auto Tesla è aumentata a partire dal 2016, quando si verificò il primo schianto mortale causato dalla cecità dell’autopilota, che non fu in grado di discriminare i colori del mezzo che precedeva da quelli del cielo. In due anni la tecnologia di Tesla è stata implementata, certo. Ma, visto quanto successo ultimamente, è evidente che non sia ancora pienamente matura per affidarcisi al 100%. E, probabilmente, non lo sarà ancora per qualche anno.